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- 11 Febbraio 2021

Il Covid rallenta l’amore: crisi nel settore del wedding

La cancellazione e il rinvio delle nozze, a causa della pandemia Covid nel 2020, ha provocato una perdita di almeno cinque miliardi di euro, in termini di mancati incassi da parte di una serie di operatori collegati agli sposalizi: dai fiorai ai truccatori, dai produttori di abiti per la cerimonia ai fornitori del catering.

 

Il valore della perdita è stato stimato dalla Coldiretti sulla base dei dati pubblicati dall’Istat come “Primi riscontri e riflessioni sul bilancio demografico del 2020”.  Per il periodo gennaio-ottobre, infatti, in via provvisoria, l’Istat ha segnalato il dimezzamento dei matrimoni, a fronte dei 170mila celebrati nei primi dieci mesi del 2019.

 

La crisi generata dal Covid-19 ha stravolto i programmi di promessi sposi e famiglie e ha azzoppato i bilanci delle aziende con attività dedicate al matrimonio, comprese quelle per i servizi fotografici, le acconciature, la luna di miele, le liste nozze, la cerimonia. Prima il lockdown e poi l’incertezza sulla diffusione della pandemia hanno costretto le coppie pronte a convolare a nozze a contrattare rimborsi o voucher per riorganizzare il pronunciamento del fatidico sì. Così, fra l’altro, è in difficoltà oltre un milione di lavoratori diretti ed indiretti, impegnati in questo settore che vede l’Italia all’avanguardia, a livello internazionale.

 

Tra l’altro, il nostro Paese è scelto da un elevato e crescente numero di stranieri che lo preferisce per celebrare l’evento.

La presenza di ambientazioni uniche e l’alto livello dell’offerta eno-gastronomica rappresentano i fattori di successo del wedding Made in Italy, insieme alla creatività organizzativa destinata a rendere unica e indimenticabile la scelta dei futuri sposi.

 

L’ultima tendenza è quella dei matrimoni green, con scelte sostenibili, che vanno dalla location in campagna ai menu a chilometri zero con prodotti esclusivamente locali, dalle agri.bomboniere lavorate con lana di pecora o decorate con spighe alla torta nuziale della nonna fino agli addobbi floreali con essenze locali e al ritorno delle carrozze trainate dai cavalli, con una spesa media che oscilla fra i 30 e i 60mila euro per il pacchetto completo del “giorno più bello”.

 

Proprio per questo – conclude la Coldiretti – oltre alle attività specializzate come gli abiti e accessori, i settori che hanno pagato il prezzo più alto all’emergenza sono quelli dell’agriturismo con le 24mila strutture presenti nel Belpaese, ma anche il florovivaismo che conta 27mila imprese.

 

L’Istat ha rilevato che in Piemonte, nel 2018, sono stati celebrati 12.974 matrimonio, dei quali 8.261 con rito civile e 4.713 con rito religioso.

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