Quello che conta per te
Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.
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Vivere bene domani
Conoscere l’inflazione
Difendere il proprio potere di acquisto
#30 Conoscere l’inflazione
Indice dei contenuti
L’inflazione non è un concetto per economisti, ma una realtà che entra ogni giorno nelle nostre case. Colpisce silenziosamente stipendi, pensioni, risparmi e spese quotidiane. Anche se non la vediamo, la sentiamo: nel carrello della spesa, nella bolletta, nella rata del mutuo. Nessuno ne è immune, soprattutto chi ha redditi fissi o poca possibilità di manovra. Eppure, pochi sanno davvero come funziona e come gestirla.
L’inflazione non ti porta via i soldi, ma diminuisce il loro valore.
Perché ci riguarda tutti
Anche se non ce ne accorgiamo subito, l’inflazione colpisce tutti: lavoratori, pensionati, famiglie con figli o senza. I redditi fissi soffrono di più, perché il potere d’acquisto diminuisce, ma la cifra incassata resta uguale.
Secondo i dati Istat, tra il 2022 e il 2023 una famiglia media italiana ha perso circa 1.500 – 2.200 euro di potere d’acquisto. Per molti, è l’equivalente di un mese di stipendio.
I risparmi depositati sul conto corrente perdono valore. Le rate dei mutui a tasso variabile possono aumentare. Il carrello della spesa diventa più caro. Le pensioni e i salari, se non aggiornati, valgono meno.
Oltre 1.600 miliardi di euro giacciono fermi nei conti correnti italiani (dati Bankitalia). E ogni anno, l’inflazione ne corrode una parte perché riduce la quantità di beni e servizi acquistabili con lo stesso importo. Nel 2024 ha segnato un lieve 1%, ma nel 2023 l’erosione ha segnato un 5,7% e nel 2022 (massimo del 1986) un 8,1%.
Se ignoriamo l’inflazione la subiamo passivamente, se la controlliamo e adottiamo comportamenti improntati alla verifica di alcuni aspetti, allora la gestiamo.
A cosa servono
Ogni giorno, senza rendercene conto, usiamo strumenti finanziari: il conto corrente per ricevere lo stipendio, una carta per pagare, magari un libretto per i risparmi. Gli strumenti finanziari non sono però solo un contenitore di soldi: servono a proteggere, a far crescere o rendere disponibile il nostro denaro al momento giusto. In altre parole, uno strumento finanziario è un mezzo che ci permette di trasformare il risparmio in qualcosa di utile: liquidità pronta all’uso, rendita periodica, protezione da eventi avversi, oppure crescita del patrimonio nel tempo.
Secondo il rapporto Consob, gli italiani hanno investito in strumenti finanziari in maniera autonoma per il 24%, su consigli informali (ad es. amici, parenti) il 50%, tramite un esperto professionista nel 26% dei casi.
La scelta dello strumento finanziario adeguato alle nostre esigenze è un tema talmente importante che la legge impone agli intermediari finanziari, prima di proporlo, di effettuare una verifica delle conoscenze, della situazione finanziaria, degli obiettivi di vita e della capacità di sopportare il rischio del risparmiatore (Questionario di adeguatezza Direttiva 2004/39/CE – MiFID livello 1). Tale verifica, è uno strumento di tutela per i cittadini perché consente di ricevere proposte in linea con le proprie esigenze.
Cosa è l’inflazione
L’inflazione è l’aumento dei prezzi di beni e servizi in un periodo di tempo. Significa che, a parità di denaro, si possono acquistare meno cose. L’inflazione è naturale in un’economia in crescita, ma quando diventa alta o imprevedibile può mettere in crisi il bilancio delle famiglie.
Un esempio concreto? Un bene che oggi costa 100 euro, con un’inflazione al 5% costerà 105 euro tra un anno. E dopo 10 anni, quasi 163 euro. Questo meccanismo riguarda tutto: cibo, energia, servizi, mutui.
La Banca Centrale Europea (così come la Federal Reserve statunitense) ha stabilito un obiettivo di mantenimento dell’inflazione al 2%. Tale valore rappresenta un punto di equilibrio che consente di minimizzare il costo sociale, ma nello stesso tempo consente un margine di manovra nel caso di riduzione dell’inflazione sotto lo 0%, che produrrebbe uno stallo dei consumi (le persone posticiperebbero i consumi in attesa di una riduzione dei prezzi nel futuro).
Come si comportano gli italiani? 9 persone su 10 prevedono di dover mettere in atto qualche strategia per ridurre l’impatto dell’inflazione sulle proprie finanze, il 28% pensa di dover tagliare i consumi, il 46% farà attenzione agli sprechi, comprando lo stretto necessario, e il 60% acquisterà prodotti meno costosi o in promozione (Ipsos).
Come viene misurata
L’indice più usato per misurare l’inflazione è l’Indice dei Prezzi al Consumo (NIC), calcolato dall’ISTAT. Si basa su un paniere di prodotti e servizi che rappresentano i consumi “tipici” delle famiglie italiane. Ma ogni famiglia ha un suo paniere personale: ad esempio chi ha figli spende di più in scuola e alimentari, chi è anziano in farmaci e sanità. Così come una famiglia che abita nel centro di un’area metropolitana spende mediamente 2.975 euro al mese, 175 euro in più rispetto a chi vive in area periferica e 250 euro in più rispetto a chi vive in comuni sotto i 50mila abitanti.
Risultato? L’inflazione personale può essere molto diversa da quella ufficiale (che è appunto una media).
Una famiglia che ha una forte incidenza sui propri consumi delle voci di energia elettrica, voli nazionali, gas naturale, zucchero, riso e olio, che hanno segnato incrementi di prezzi dal 93% al 45% nel 2023, avrà un’inflazione certamente maggiore rispetto alla media nazionale. Per questo motivo è importante avere sotto il controllo mensile tutte le spese suddivise nelle tipiche voci di consumo:
- Prodotti alimentari e bevande analcoliche: Alimenti, bevande non alcoliche.
- Bevande alcoliche e tabacchi: Bevande alcoliche, tabacchi.
- Abbigliamento e calzature: Abiti, scarpe.
- Abitazione, acqua, elettricità e combustibili: Affitto, acqua, luce, gas, carburante.
- Mobili, articoli e servizi per la casa: Arredi, oggetti per la casa, pulizie.
- Servizi sanitari e spese per la salute: Spese mediche, farmaci.
- Trasporti: Auto, mezzi pubblici.
- Comunicazioni: Telefono, internet.
- Tempo libero, cultura e istruzione: Spese per il divertimento, libri.
- Scuola: Spese scolastiche.
- Ristorazione e alberghi: Pranzo fuori casa, viaggi.
- Altre spese: Servizi finanziari, assicurazioni.
“L’inflazione personale può essere molto diversa da quella ufficiale, per questo motivo è importante avere sotto il controllo mensile tutte le spese suddivise nelle tipiche voci di consumo”
Come difendersi dall’inflazione
Non possiamo fermare l’inflazione, ma possiamo limitarne gli effetti. Da un lato, controllando i prezzi dei beni e servizi che acquistiamo; dall’altro, verificando se il nostro reddito tiene il passo con l’aumento del costo della vita. Se così non fosse, è fondamentale intervenire sui consumi, almeno temporaneamente, fino a quando il reddito non si sarà adeguato al nuovo potere d’acquisto. In caso contrario, il peso dell’inflazione finirà per erodere i nostri risparmi. In questa tabella gli effetti dell’inflazione in base alla direzione e gli effetti su Consumi e Risparmio a parità di comportamenti.
Va ricordato che in passato i redditi dei lavoratori dipendenti erano automaticamente adeguati all’inflazione tramite il meccanismo della scala mobile, considerato allora uno strumento utile per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie. Tuttavia, questa pratica è stata progressivamente abbandonata, poiché contribuiva ad alimentare l’inflazione stessa, rischiando di renderla incontrollabile.
Come possiamo minimizzare gli effetti dell’inflazione, oltre a quanto già visto? Esistono 3 strategie concrete da applicare alla gestione dei conti familiari:
– Monitorare regolarmente i consumi e il bilancio familiare, per tenere sotto controllo l’equilibrio tra entrate e uscite.
– Investire i risparmi, evitando che restino fermi sul conto corrente, dove subiscono una perdita certa di potere d’acquisto.
– Utilizzare strumenti finanziari indicizzati all’inflazione, o comunque in grado di contrastarne gli effetti, scegliendo soluzioni a risparmio gestito coerenti con il proprio profilo di rischio.
In ciascuna di queste strategie è utile avere un esperto al proprio fianco in grado di supportare e valutare le opzioni e le azioni disponibili da mettere in pratica.
Conclusioni
L’inflazione è parte del nostro tempo. Ignorarla significa permettere che ci impoverisca senza accorgercene. Conoscerla e agire significa, invece, prendere in mano il timone del nostro benessere economico. Basta poco: un po’ di informazione, qualche buona abitudine, e il confronto con chi può aiutarci a proteggere il nostro presente e il nostro futuro.