genesys Vivere a lungo e bene: pensione, longevità e scelte smart
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Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.

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Vivere bene domani

Andare in pensione e vivere la longevità

La vita è lunga, larga, profonda

#33 Andare in pensione e vivere la longevità

Indice dei contenuti

La longevità sarà sempre più presente nelle trasmissioni televisive, sui giornali, nel dibattito scientifico o quotidiano. Vivere a lungo, infatti, è una sfida che sta mettendo in moto grandissime risorse economiche e scientifiche. Il motivo è semplice: nessuno vuole finire di vivere, ed oltre a ciò ognuno vuole stare bene, più a lungo possibile. Certo, prima che la longevità divenga anche desiderabile, ci vorrà un po’ di tempo. Nella percezione personale, infatti, quando pensiamo ad invecchiare ci vengono in mente fragilità, lentezza e condizioni di salute precarie. Quello che si sta predefinendo, tuttavia, è un nuovo mondo, nel quale saremo non solo longevi, ma anche sani. E’ davvero così? E cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni?

“Abbiamo sempre sperato di vivere a lungo, ed ora che il traguardo è vicino più che affascinarci ci spaventa.”

Qualche dato per capire meglio

I concetti che ci aiutano a capire cosa sta accadendo sono due: l’estensione della vita e la speranza di vita. L’estensione di vita è l’età massima che può essere raggiunta da un essere umano, ed oggi arriva a 122 anni. In Italia, oggi, ci sono 675 persone che hanno più di 105 anni (fonte: demo Istat)

La speranza di vita rappresenta invece il numero di anni medi che ci si aspetta di poter vivere ad una data età. Istat (2024) evidenzia che un 65enne uomo può mediamente attendersi 19 anni di vita in più, una donna più di 22 anni e mezzo (fonte: demo Istat). Questi dati, proiettati al 2075, stimano un prolungamento di speranza di vita di un 65enne di ulteriori 3 anni, ma non considerano alcune straordinarietà già ipotizzabili.

Ad esempio, nel 1951 sono state prelevate da una paziente cellule (HeLa) che da allora si riproducono all’infinito nei laboratori di tutto il mondo, e che per questo sono definite immortalizzate. Oggi, alcuni scienziati hanno a riferimento i 272 anni di età raggiunti, secondo Oxford University, dallo squalo della Groenlandia.

Fantascienza? Non pare. Biotecnologia del ringiovanimento, geroscienza, age-technology, epigenetica, ricerche sui telomeri e sul DNA, studi su nutrizione e socialità… convergono per allungarci la vita e sono ben determinati a farlo, per tanti motivi. Da un lato, infatti, una popolazione longeva e sana richiede, a livello collettivo, meno spesa sanitaria e pensionistica, ed offre una prospettiva di consumi fino a ieri impensabile. Dall’altro lato c’è il sogno di sempre di vivere a lungo e di separare longevità ed invecchiamento, garantendosi una vita attiva per tempi insospettabili.

Perché è un problema, perché può non esserlo

La longevità riguarda tutti noi, ma non siamo preparati a gestire un cambiamento così repentino della durata di vita. Cosa succederebbe se nei prossimi decenni il dato crescesse di 5 o 10 anni? Già oggi, secondo il World Economic Forum, i pensionati delle principali 6 economie mondiali esauriscono i propri soldi da 8 a 20 anni prima che la loro vita finisca perché non hanno considerato il rischio di sopravvivere più a lungo dei propri soldi.

Nella pratica, il rischio di intraprendere una “buona” longevità può essere mitigato costruendo, da subito, un progetto “pensione + longevità” che disegni una vita desiderabile e simuli come tale risultato possa essere garantito dalle pensioni pubbliche, quelle complementari, dagli attuali risparmi/investimenti o da eventuali immobili in affitto.

“I pensionati delle principali 6 economie mondiali esauriscono i propri soldi da 8 a 20 anni prima che la loro vita finisca”

Cosa considerare

In termini molto semplici, le cose da considerare sono tre:

–  ​​aumentare i risparmi per il futuro,
–  tenere le nostre conoscenze e competenze aggiornate per poter, se serve, lavorare più a lungo
–  investire per non rischiare di sopravvivere ai propri soldi

Qui, quello che vogliamo evidenziare è che non esistono modi ingenui per gestire la propria lunga vita in pensione. Ne è esempio la convinzione che con un investimento prudente che renda più dell’inflazione i nostri soldi durino all’infinito. Un esempio può dar conto della cosa: ipotizziamo di avere messo via, a 65 anni, una somma di 100.000 euro che vogliamo utilizzare per ritirare ogni mese 500 euro di integrazione pensionistica. Ovviamente, il capitale investito ottiene un rendimento, che ipotizziamo del 3,2% al netto della fiscalità (Ipotesi calcolata sul valore medio dei rendimenti netti dei Titoli di Stato BTP a lunga scadenza).

I nostri 500 euro, tuttavia, devono mantenere il potere d’acquisto, ed ipotizziamo una inflazione costante del 2% (obiettivo di inflazione attuale della Banca Centrale Europea).

Cosa accadrebbe se nel tempo queste condizioni si mantenessero costanti? La tabella mostra l’impatto dell’inflazione sul capitale ed evidenzia il rischio di sopravvivere ai propri soldi causato da strategie ingenue e “fai da te”.

Certo, se preleviamo una minore quantità di soldi il tempo si allunga ma val la pena di immobilizzare 100.000 euro per prelevare meno di 500 euro al mese? Potremmo aumentare il profilo di rischio, per cercare rendimenti più elevati, ma quanto si può rischiare per un obiettivo così importante quanto quello delle spese durante la pensione? Ed infine, se ci fossero spese mediche, o la cucina da cambiare, quanto questi prelievi inattesi ridurrebbero il nostro “capitale”? In pratica, ci sono spese che non devono essere mai messe in discussione, vivessimo 100 e più anni, e queste spese richiedono rendite mensili vitalizie, quelle garantite da previdenza pubblica e fondi pensione. Altri consumi, più discontinui, possono essere ottenuti da investimenti ed immobili. La regola d’oro, come sempre, è diversificare.

Pianificare l’Assistenza: quattro passi fondamentali

Ci sono quattro passi fondamentali per pianificare la Non Autosufficienza in tarda età.

  1. Il primo passo è definire un obiettivo di stabilità stimando i costi che si dovrebbero sostenere in caso di Non Autosufficienza. Ad esempio, è utile stimare il costo di un’assistenza sanitaria domiciliare e sommare a questi importi le spese essenziali proprie della vita quotidiana.
  2. Il secondo passo è fare un inventario accurato delle risorse economiche disponibili in caso di non autosufficienza, prestando particolare attenzione a quelle periodiche o mensili, indispensabili per garantire dignità di vita e cure. In tal senso, è fondamentale stimare l’importo delle prestazioni pubbliche legate all’età, come la pensione di vecchiaia o quella anticipata, e verificare la presenza di altre risorse.
  3. Il terzo passo richiede di confrontare gli obiettivi (definiti nel primo punto) con le disponibilità economiche (del secondo), per capire quanta parte delle necessità è già coperta e quanta, invece, richiede di essere gestita.
  4. Infine, se emergono delle discrepanze tra le necessità stimate e le risorse disponibili, è consigliabile consultare un professionista per capire come minimizzare, in tutto o in parte, il rischio di non poter affrontare un evento con conseguenze economiche così rilevanti.

   

In sintesi, per gestire efficacemente il rischio di non autosufficienza, è innanzitutto essenziale accettare che il rischio in età avanzata è elevato e prepararsi ad affrontarlo. Occorre quindi simulare la situazione e stimare costi e necessità, sia se siamo single, sia se possiamo contare su supporti familiari. Infine, dobbiamo avviare una pianificazione attenta, che metta a confronto obiettivi e disponibilità, per individuare eventuali scoperture e trovare le soluzioni di mercato coerenti insieme a professionisti del mercato.

Conclusioni

La pensione è un periodo di vita che si allungherà di continuo, e richiede riflessioni e comportamenti ai quali non siamo abituati.

La vita non sarà solo lunga ma larga, perché i nuovi “senior” esplorano il mondo, si dedicano alle proprie passioni, tendono a migliorare il proprio essere, e non solo il proprio fare. Come disse John Fitzgerald Kennedy, il tema non è aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni. Per questo, bisogna avere a cuore la propria salute ma anche la propria sicurezza economica, confrontandosi con chi ci può aiutare a tradurre i desideri in comportamenti di risparmio adeguati.

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