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Privati, Imprese - 7 Aprile 2023

Banca del Piemonte intervista Luca Mortarotti, Direttore di Lingotto Musica

Banca del Piemonte intervista Luca Mortarotti, Direttore di Lingotto Musica

La nostra Banca è accanto al Lingotto Musica da più di 15 anni per contribuire attivamente alla crescita e allo sviluppo culturale del nostro territorio.

Quanto conta che realtà radicate sul territorio collaborino insieme?
«Negli ultimi anni il valore del “fare rete” ha acquisito un ruolo sempre più strategico nel determinare la sostenibilità della filiera culturale. Anche il settore musicale, conscio della responsabilità morale e dell’eredità da tramandare alle nuove generazioni, ha provato a innescare effetti rilevanti sul tessuto economico locale mediante processi di aggregazione virtuosa con istituzioni e imprese. Nel nostro caso, la creazione di collaborazioni e partenariati stabili ha contribuito a finanziare le attività di Lingotto Musica, rinnovandone l’offerta senza mai prescindere dall’alta qualità dei repertori e degli esecutori coinvolti. Penso che la capacità di affrontare insieme le sfide del presente e anticipare quelle del futuro sia un fattore chiave per lo sviluppo di un territorio di cui ci sentiamo parte integrante».

In che modo la musica classica può contribuire allo sviluppo culturale della società, in particolare delle giovani generazioni?
«L’automatismo per cui la classica è propria di ambienti elitari e colti ha ostacolato una giusta considerazione di questo genere rispetto ad altri, che invece vengono associati con il divertimento e lo svago. La musica classica, come ogni altra forma d’arte, nasce e funziona nel momento in cui è rivolta a tutti. Certamente, la sua duplice natura di immediatezza e complessità può limitarne la fruizione; ma al di là degli inquadramenti concettuali, si rende condivisibile senza mediazioni né barriere, diventando occasione di supporto e crescita soprattutto in contesti di disagio o svantaggio sociale. In questo senso, abbiamo mosso i primi passi con l’iniziativa “Biglietto sospeso”, inaugurata quest’anno in collaborazione con il Sermig di Torino con l’obiettivo di coinvolgere chi non può permettersi di accedere abitualmente alle sale da concerto. Più consolidata è invece l’offerta di progetti educativi rivolti ai bambini, ai giovani e alle scuole, con cui tentiamo di arginare la carenza della musica nel percorso formativo delle nuove generazioni. È su questo campo che si gioca la sfida più difficile: quella cioè della formazione del pubblico di domani, da cui dipende la sopravvivenza stessa dello spettacolo dal vivo».

Cosa si aspetta dalla partnership con Banca del Piemonte in futuro?
«Fra le società che ci sostengono attualmente, Banca del Piemonte è quella che ci accompagna da più anni. Questo sodalizio prese il via nel 2008, proprio quando cominciai a lavorare per Lingotto Musica. Poter contare sulla continuità del rapporto con i nostri sponsor è fondamentale per immaginare e programmare il futuro a medio-lungo termine, tanto più in un momento storico come quello attuale, che richiede investimenti significativi sul fronte dell’innovazione. Non mi riferisco al prodotto artistico in sé: lo spettacolo dal vivo e il repertorio classico resteranno il nostro principale perimetro d’azione; quanto alla necessità di investire sul potenziamento della struttura interna e delle strategie di promozione per intercettare nuovo pubblico e diversificare l’attività. Tutte azioni impossibili da mettere in pratica in assenza di partnership forti e consolidate».

Come è cambiato il modo di fare musica in questi quindici anni di collaborazione fra Banca del Piemonte e Lingotto Musica?
«Non credo che il modo di fare musica dal vivo, di produrla e distribuirla sia cambiato in modo sostanziale. Sono cambiate piuttosto le abitudini di ascolto: certi repertori faticano oggi più di prima a trovare una risposta nel pubblico. In un mondo che tende a semplificare i concetti, e a condensarli nei 280 caratteri di un tweet, è sempre più difficile trovare una platea in grado di mantenere l’attenzione per un’ora consecutiva senza interruzioni. Lo testimonia, per esempio, il successo crescente della musica barocca a discapito del repertorio sinfonico tardoromantico».

Quale impatto ha avuto il Covid sull’attività di Lingotto Musica?
«Il Covid è stato un terremoto che ha fortemente sconvolto tutto il comparto dello spettacolo dal vivo, e il mondo della musica classica ne ha risentito più di altri. Sul piano finanziario, abbiamo superato questa congiuntura grazie alla generosità degli sponsor, Banca del Piemonte compresa, che nonostante la prolungata interruzione delle attività dal vivo non ci hanno abbandonato. Più significativa è stata invece la ricaduta sul pubblico: nella primavera del 2021, dopo oltre un anno di chiusura forzata, abbiamo ripreso le attività con il limite, imposto per decreto, delle 200 persone in sala; da allora è iniziata una lenta ma progressiva risalita della partecipazione, che ci fa guardare al futuro con ragionevole ottimismo. Lo scorso 28 febbraio, in occasione del concerto della Camerata Salzburg con la pianista Hélène Grimaud, abbiamo superato i 1700 spettatori: numeri che non vedevamo dal 2019. Ciò dimostra che di fronte a un’offerta di indiscutibile eccellenza il pubblico risponde ancora positivamente».

Quali saranno gli elementi di continuità e quali le novità della prossima stagione?
«Lingotto Musica ha basato la propria trentennale fortuna su due capisaldi: la qualità e l’internazionalità della propria proposta artistica. Direttrici su cui non abbiamo alcuna intenzione di derogare e che continueranno a guidare il nostro lavoro. Oggi, però, le risorse di cui disponiamo sono inferiori rispetto al passato e non possiamo più ragionare in termini autoreferenziali. Nella prossima stagione (che presenteremo tra fine maggio e inizio giugno) alcuni concerti saranno realizzati in collaborazione con altri prestigiosi enti (musicali e non) del territorio. Un cambio di passo che rivela, ancora una volta, quanto l’unione delle forze sia determinante per mantenere il livello cui abbiamo abituato il nostro pubblico. Sul piano artistico è prematuro fare anticipazioni, ma credo che i nostri abbonati si potranno ritenere soddisfatti da ciò che abbiamo in serbo».

 

Foto: Luca Mortarotti © Mattia Gaido  Courtesy of Lingotto Musica

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