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Privati, Imprese - 16 Dicembre 2022

Brevetti italiani

L’Italia delle “invenzioni” continua a crescere in Europa. Nel 2021, le domande “tricolori” di brevetto pubblicate dall’Epo (European Patent Office) sono aumentate del 2% rispetto al 2020, risultando così 4.555, cioè 90 in più. E, come mostra l’ultima analisi effettuata da Unioncamere–Dintec, la parte da leone, lo scorso anno, l’hanno fatta le tecnologie farmaceutiche, la biotecnologia e la chimica, con un incremento del 9,5%.

Se poi si aggiungono le domande presentate dall’Italia all’Epo, ma non ancora pubblicate, la crescita sale 6,5%, a fronte di una media del 2,3% registrata dall’Unione Europea a 27.

“I dati sui brevetti italiani in Europa e nel mondo – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Preteevidenziano la capacità delle nostre imprese di competere con l’innovazione dei prodotti e si manifesta in modo ancora più intenso su scala internazionale. Nel 2020, infatti, sono oltre 10mila i brevetti italiani depositati alla Word Intellectual Property Organization (Wipo); un dato che aiuta ad avere una idea più chiara dell’attitudine alla ricerca del nostro sistema produttivo e della sua reale capacità di competere a livello globale”.

L’analisi per macro–classi tecnologiche delle 4.555 domande di brevetto europeo pubblicate nel 2021 evidenzia che le tecnologie chimico-farmaceutiche hanno fatto registrare 955 brevetti, pari al 21% della capacità innovativa italiana in Europa. A seguire, in termini di dinamica, le tecnologie elettriche ed elettroniche, che, con 499 invenzioni pubblicate, crescono del 4,8% rispetto all’anno precedente.

In termini assoluti, però, il contributo maggiore alla brevettazione italiana è sempre quello delle tecnologie della meccanica e dei trasporti con 1.790 domande di brevetto pubblicate, in lieve diminuzione rispetto al 2020 (-0,8%). Un altro 14% concerne l’insieme delle tecnologie e delle strumentazioni di misurazione e controllo.

L’analisi per campo tecnologico mostra che nel 2021 il campo delle “necessità umane” e quello delle “tecniche industriali e trasporti”, con 2.458 brevetti pubblicati, assorbono il 54% della capacità inventiva Made in Italy. Nel primo rientrano i brevetti relativi a diversi ambiti di attività, dall’agricoltura all’abbigliamento, passando per il tabacco e lo sport; il secondo riguarda, invece, le tecnologie della manifattura e quelle dell’automotive.

Rispetto al 2020, gli incrementi maggiori riguardano la meccanica e l’illuminazione (8,1%), le costruzioni (7,5%), la chimica la metallurgia (5,4%).

Dal 2008 al 2021, le invenzioni italiane protette a livello europeo sono state quasi 56.500; per il 79% esse si riferiscono a soggetti (imprese, enti di ricerca e inventori) residenti nelle regioni settentrionali.

Con 1.420 brevetti nel 2021, la Lombardia è la regione in cui più si concentra la capacità innovativa delle imprese; seguono l’Emilia-Romagna (con 767 domande pubblicate), il Veneto (con 627) e il Piemonte (464).

Nel loro insieme, queste quattro regioni concentrano il 72% dei brevetti italiani all’Epo. L’anno scorso le migliori performance sono state pubblicate dall’Emilia-Romagna (+9,3%) e dal Veneto (+5,2%). Le regioni del Mezzogiorno producono solo il 5,6% delle domande complessive.

Quasi due brevetti europei su tre dei 4.555 del 2021 si riferiscono alle prime 15 province del Paese, con un totale di 2.989 domande. Milano, Torino, Bologna, Roma e Treviso sono le province che hanno presentato il maggior numero di brevetti, con 1.729 domande, il 38% di quelle pubblicate per le 105 province considerate.

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