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Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.
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Vivere bene domani
Conoscere il rischio finanziario
Non eliminare il rischio, impara a metterlo al suo posto.
#31 Conoscere il rischio finanziario
Indice dei contenuti
Quando si parla di soldi, la parola “rischio” tende a spaventare. Meglio evitarlo? Meglio restare fermi, conservativi, prudenti? Rischiare è inevitabile, e in qualche caso persino desiderabile? Nella vita, e nella finanza, ogni scelta porta con sé un grado di incertezza. In questo modulo ci interrogheremo su cos’è davvero il rischio finanziario, da dove nasce, come lo viviamo e, soprattutto, come possiamo gestirlo con intelligenza, senza subirlo.
“La vita si restringe o si espande in proporzione al nostro coraggio” – Anaïs Nin
Perché rischiare?
Quando sentiamo la parola rischio, il pensiero corre subito a qualcosa di pericoloso, da evitare. Eppure, senza rischio, non ci sarebbe progresso, cambiamento, crescita.
Ogni decisione importante – comprare casa, iniziare un’attività, investire per un obiettivo – comporta una dose di rischio. Il punto non è evitarlo a tutti i costi, ma capire quale rischio valga la pena correre, e come farlo con consapevolezza.
Nel mondo finanziario, il rischio è la possibilità che il risultato sia diverso da quello atteso. Ma questo “diverso” non è necessariamente negativo. Senza rischio, infatti, non esisterebbero rendimenti. Tanto è vero che grazie al rischio possiamo ottenere risultati maggiori nel tempo, a condizione di scegliere strumenti coerenti con i nostri obiettivi e con la nostra capacità di sopportare le oscillazioni.
Il punto non è evitare il rischio a tutti i costi, ma capire quale rischio valga la pena correre, e come farlo con consapevolezza.
Consob nel 2020 ha rilevato che il 75% delle persone si ritiene avverso al rischio e il 60% degli intervistati è avverso alle perdite. Evitare il rischio però non significa necessariamente avere un futuro “migliore”, tanto è vero che una ricerca del CFA Institute (CFA Institute Research Foundation, 2015) mostra che chi comprende i meccanismi del rischio tende a investire con maggiore coerenza e a ottenere risultati migliori nel lungo termine.
Rischiare significa allenarsi a fare scelte informate, accettando che la sicurezza assoluta non esiste, ma la gestione intelligente sì.
Cosa significa rischio finanziario
Il rischio finanziario è l’incertezza legata all’andamento di un investimento o a una decisione economica. Esistono diversi tipi di rischio, e ognuno ha caratteristiche specifiche:
– Rischio di liquidità: la difficoltà a trasformare un investimento in denaro senza perdita di valore.
– Rischio di credito (o emittente): la possibilità che l’emittente di un titolo obbligazionario non rimborsi il capitale.
– Rischio specifico: legato alle oscillazioni dei prezzi delle singole azioni
– Rischio di mercato: legato alle oscillazioni dei prezzi di settori o mercati nel loro insieme.
– Rischio di inflazione: l’erosione del potere d’acquisto dei risparmi nel tempo (già sviluppato in sezione dedicata).
Il rischio di liquidità è ciò che accade quando abbiamo necessità di risorse e cerchiamo di vendere un immobile (come una casa) ma non riusciamo a trovare un compratore. Questo rischio, spesso sottovalutato, produce l’effetto di dover ridurre drasticamente le aspettative pur di avere disponibilità del capitale. Il risparmio gestito come Fondi comuni italiani, ETF, o SICAV sono tipicamente strumenti di risparmio che riducono al minimo il rischio di liquidità, perché per legge vengono rimborsati in pochi giorni.
Si espongono al rischio di credito i risparmiatori che comprano singoli titoli obbligazionari. Prima di farlo, però, dovrebbero sempre valutare il rischio dell’emittente attraverso l’analisi dei rating, il voto che le agenzie specializzate (come Moody’s, S&P e Fitch) danno a Stati o aziende che emettono obbligazioni. Serve a capire quanto è probabile che il debitore restituisca i soldi.
I risparmiatori che investono nei singoli titoli (ad esempio azionari) si espongono alle oscillazioni dei prezzi dell’azienda, cioè il rischio specifico. Tali oscillazioni sono più ampie di quelle dell’intero mercato, perché alle variazioni del sistema si aggiungono quelle della vita aziendale (per fare qualche esempio, in base alla concorrenza, al management, alla capacità di innovare). Come abbiamo già visto in altra sezione, questo rischio si annulla diversificando, cioè comprando tanti titoli in maniera mirata e precisa al fine di annullare i singoli rischi specifici ed essere esposti al solo rischio di mercato.
Monitorare e gestire questi rischi (credito e specifico) richiede competenze e tempo: per questo motivo, nella maggior parte dei casi, vengono svolte da Gestori professionisti, attraverso strumenti di risparmio gestito, che consentono una gestione attiva e diversificata del capitale.
Gestire il rischio finanziario con il tempo
Chiarito che ci sono rischi eliminabili e rischi da accettare, vediamo ora come gestire il rischio di mercato che appunto non è annullabile. Il rischio di mercato non si elimina, ma si gestisce. E lo si fa con la leva principale del tempo.
Per tempo si intende l’orizzonte temporale dell’investimento. Investire a 12 mesi o investire a 20 anni sono due cose molto diverse che richiedono di considerare opportunità differenti. Infatti, il tempo a disposizione è un grande alleato, perchè più è lungo, più possiamo tollerare oscillazioni e lasciar crescere i nostri investimenti. Come è facile immaginare, un investimento diversificato in titoli monetari (rischio basso) è adatto a investimenti sia a breve termine che a lungo termine.
Un investimento diversificato in titoli azionari (rischio alto) ha invece oscillazioni ampie e, per avere un ritorno positivo sul capitale investito, è necessario attendere almeno 15 anni. Questo risulta essere il periodo minimo di investimento derivato dal fatto che tutti gli investimenti storici di questa durata hanno prodotto, al termine del periodo di investimento, risultati positivi (Elaborazioni Progetica 2024, su dati ex post sugli ultimi 3 anni, al netto dell’inflazione e in diversi momenti di inizio dell’investimento).
Ricordiamoci: gestire il rischio non vuol dire evitarlo, ma assegnargli un posto controllato nel nostro progetto di vita.
Gestire il rischio finanziario con la profilazione
Ma allora, chi ha un orizzonte temporale molto lungo dovrebbe sempre scegliere un profilo di rischio alto? La risposta non è così semplice, perché entrano in gioco anche elementi soggettivi.
Ognuno di noi ha infatti una personale percezione del rischio. C’è chi si sente a suo agio nelle situazioni incerte e chi, invece, preferisce la stabilità. Basta pensare alla differenza tra chi sceglie di fare l’imprenditore e chi cerca un posto fisso, o tra chi si lancia col paracadute e chi si agita per una partita a scacchi. Questa diversità si chiama sopportabilità soggettiva del rischio.
Anche se i dati ci raccontano cosa è successo in passato, è il modo in cui viviamo quelle oscillazioni a fare la differenza. Ecco alcuni esempi reali relativi agli ultimi 35 anni per periodi di 6 mesi (Elaborazioni Progetica 2024, su dati ex post sugli ultimi 3 anni, al netto dell’inflazione e in diversi momenti di inizio dell’investimento).
– Un investimento diversificato solo nel mercato monetario ha registrato, nei momenti peggiori, un calo del -4%.
– Un portafoglio bilanciato (50% monetario, 50% azionario) ha toccato un calo massimo del -11%.
– Un investimento completamente azionario ha subito, nei periodi più difficili, un calo del -22%.
Queste stesse cifre possono sembrare tollerabili per alcuni e allarmanti per altri. Per questo è importante che ciascuno valuti con sincerità la propria resistenza emotiva al rischio, prima di scegliere dove e come investire.
Conclusioni
Non possiamo eliminare il rischio dalla nostra vita finanziaria, ma possiamo imparare a riconoscerlo, misurarlo e incanalarlo verso i nostri obiettivi. Conoscere i diversi tipi di rischio, distinguere quelli evitabili da quelli da accettare, imparare a gestirli nel tempo e a calibrare le scelte sulla base della propria sopportabilità emotiva è il vero antidoto all’improvvisazione.