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- 29 Luglio 2021

Il mercato assicurativo italiano

“L’assicurazione italiana è stata colpita dalla crisi, ma ha confermato la validità del suo modello gestionale, continuando a proteggere gli assicurati, a tutelarne il risparmio, a sostenere l’economia e garantire l’occupazione”.  Lo ha detto Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, aggiungendo che alla fine del 2020 lo stock degli investimenti complessivi dell’industria assicurativa italiana hanno superato i 1.000 miliardi di euro (cifra pari al 60% del Pil), di cui 345 miliardi in titoli di Stato italiani (pari al 15% dei nostri titoli pubblici in circolazione).

 

“Come settore – ha evidenziato la presidente dell’Ania – contribuiremo attivamente alla ripartenza del Paese e ai necessari investimenti. Finanzieremo progetti coerenti con le priorità e le esigenze del Piano Nazionale e in linea con i requisiti di impiego del risparmio che ci viene affidato. Ci impegneremo anche in investimenti in infrastrutture ad alto impatto sociale, per esempio la scuola, lo student housing, il senior housing”.

 

Il mercato assicurativo italiano ha chiuso il 2020 con una contrazione della raccolta premi del 3,9%; in particolare, i premi del comparto danni sono diminuiti del 2,3% e quelli del comparto vita del 4,4%. Il crollo delle attività economiche e della mobilità durante i lockdown ha avuto effetti anche sulla dinamica dei sinistri. Nel 2020 la riduzione del costo complessivo dei sinistri r.c. auto è stata del 19,9%, a fronte di un decremento dei premi di circa il 6%, che va inquadrato in un contesto di diminuzione dei premi medi del 35% dal marzo 2012.

 

Nell’ambito dei rischi tradizionali, nonostante un aumento della diffusione delle coperture assicurative negli ultimi anni, l’Italia rimane poco protetta rispetto agli altri Paesi europei, per le famiglie specialmente nel comparto della salute e della casa per e per il complesso delle coperture per le pmi. Solo il 3% delle pmi italiane risulta assicurato per la business interruption e anche i nuovi rischi cyber sono ampiamente sottovalutati e sottoassicurati. Un’altra categoria è rappresentata dai rischi derivanti da catastrofi naturali, che stanno aumentando rapidamente di intensità e frequenza. Nonostante l’Italia sia tra i Paesi europei maggiormente esposti, le coperture dei danni catastrofali e i servizi connessi sono ancora poco diffusi.

 

La ridotta sensibilità è favorita dalla percezione che lo Stato sia tenuto a intervenire per risarcire i danni causati. Negli ultimi 50 anni, infatti, lo Stato ha previsto stanziamenti di 150 miliardi per le ricostruzioni post-sisma e di 160 miliardi per altri eventi naturali, coperti prevalentemente tramite la fiscalità generale, ma con tempi di ricostruzione solitamente lunghi e con rimborsi spesso parziali rispetto agli effettivi danni.

 

Nel 2019, il volume dei premi raccolti ha superato i 140 miliardi di euro: 106 miliardi nel settore Vita e 34 miliardi nel Danni. Il volume premi del settore assicurativo rappresenta il 7,8% del Pil italiano; un mercato che è all’ottavo posto nel mondo e al quarto in Europa.

Negli ultimi dieci anni, il prezzo medio r.c. auto è diminuito da quasi 570 euro nel 2012 a 367 nel marzo 2021. Il gap con gli altri Paesi europei si è ridotto di quasi l’80% (da 208 euro nel 2013 a 47 nel 2020); anche il divario territoriale tra province si è ristretto significativamente (il divario Napoli-Aosta si è ridotto del 40%).

 

Nel nostro Paese operano 214 imprese di assicurazione (dato 2019), impegnate ogni giorno a dare risposte competenti alla domanda di sicurezza e protezione di imprese e persone. I dipendenti del settore assicurativo sono quasi 50.000; ma complessivamente, il settore assicurativo dà impiego a circa 300 mila persone (circa 220.000 appartenenti alle reti distributive). Ogni anno le compagnie pagano circa 150 miliardi di euro per prestazioni a favore degli assicurati.

 

Le assicurazioni sulla vita svolgono un duplice ruolo: da un lato, rappresentano uno strumento di risparmio alternativo attraverso cui le famiglie investono i propri risparmi e accumulano capitale e, dall’altro, costituiscono un vero e proprio ombrello di protezione nei confronti di conseguenze finanziarie avverse che possono derivare da eventi collegati con la vita umana, come l’interruzione dei flussi di reddito dovuta alla morte prematura di un membro della famiglia o la sopravvivenza al di là delle proprie possibilità finanziarie.

Il peso delle assicurazioni Vita in Italia è in continua crescita anche se nel confronto europeo si evidenziano ampi spazi per un ulteriore sviluppo. Le compagnie di assicurazione Vita in Italia gestivano, nel 2019, un risparmio che superava gli 830 miliardi e questo rappresentava oltre il 18% delle attività finanziarie delle famiglie.

 

Obiettivo fondamentale delle assicurazioni a tutela dei beni e del patrimonio è quello di proteggere le imprese e le famiglie contro eventi imprevedibili le cui ripercussioni finanziarie potrebbero essere talmente significative da portare all’interruzione dell’attività produttiva di un’azienda o mettere una famiglia in una situazione di grave disagio economico. In questo comparto, si stima che in Italia vi siano oltre 180 milioni di rischi assicurati, per i quali si risarciscono in media in un anno circa 11 milioni di eventi dannosi.

 

Sono 39 milioni i veicoli che si assicurano nel nostro Paese e, a fronte di un versamento di premi pari a 12,5 miliardi, le imprese di assicurazione impiegano poco più di 3 miliardi per riparare i veicoli danneggiati, circa 3,7 miliardi per risarcire i danni degli individui che subiscono delle lesioni fisiche (lievi e/o gravi), quasi 1,8 miliardi destinati ai familiari delle vittime di incidenti mortali e poco più di 2,5 miliardi per svolgere la propria attività.

 

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