Quello che conta per te
Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.
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Vivere bene domani
Lasciare un’eredità
Una responsabilità individuale e collettiva
#34 Lasciare un’eredità
Indice dei contenuti
Parlare di passaggio generazionale, trasmissione dell’eredità, testamenti non è affatto semplice. Si tratta infatti di un tema ampio che tocca diversi ambiti, come ad esempio: il trasferimento della ricchezza personale ai propri cari, le direttive in merito alle scelte del fine vita, la trasmissione di documenti contenenti valori personali o lezioni di vita, l’indicazione di soggetti gestori di account finanziari, profili social, password, la gestione di immobili, assicurazioni e altri documenti di proprietà, il passaggio della documentazione relativa alla storia medica familiare e così via.
Pensare per tempo alla gestione della propria eredità è essenziale eppure, come sappiamo, si tratta di un argomento che ancora pochi scelgono di affrontare con consapevolezza e per tempo.
Farlo però è importante perché, oltre a garantirci la possibilità di lasciare parte dei nostri beni a chi desideriamo, ci permette di ottimizzare la fiscalità e di non perdere quel che abbiamo costruito nell’arco della nostra vita.
Eredità: un fatto culturale
Nei prossimi trent’anni l’Italia si prepara a un’ondata di trasferimenti patrimoniali che supererà i 2.300 miliardi di euro (UBS Global Wealth Report). Questa enorme somma, che passerà tra e all’interno delle generazioni, rappresenta più di un quinto dell’intero patrimonio privato del Paese. Siamo pronti a gestire tutto questo?
Purtroppo molti di noi fanno fatica ad affrontare il tema del trasferimento della propria eredità, anche per motivi culturali. L’atteggiamento delle persone verso la morte è infatti modellato da tradizioni culturali, credenze religiose e valori personali. Nell’occidente sviluppato, si tratta di un tabù “sconveniente”, un «oggetto» incompreso e temuto. Nel sud Italia, fino a non molti anni fa, tra le tradizioni più diffuse c’erano donne pagate per piangere chi veniva a mancare, le cosiddette “nenie”, eredi dell’antica tradizione delle prefiche romane.
Le tradizioni funebri variano molto nel mondo: mentre in Occidente prevale il dolore, in culture come quelle di Stati Uniti, Cina e Africa si assiste a cerimonie che, pur esprimendo cordoglio, includono elementi di celebrazione della vita e del passaggio “a miglior vita”. I buddhisti credono ad esempio che lo spirito rimanga nel corpo per giorni, richiedendo rispetto e incenso. In alcune parti dell’Australia, si tengono riti per facilitare il passaggio dello spirito, seguiti da festeggiamenti. Tutte queste usanze riflettono il bisogno universale di dare un senso al passaggio generazionale.
Esito? È fondamentale riflettere sul proprio percorso e prendersene cura, non solo dal punto di vista emotivo e spirituale, ma anche in un’ottica economica. Prepararsi adeguatamente per il futuro porta tranquillità a noi stessi e ai nostri cari, onorando il ciclo della vita in tutte le sue sfumature.
Il vasto universo delle eredità: non solo soldi
Come abbiamo visto, l’eredità è un concetto sorprendentemente vasto, che non abbraccia solo aspetti economici, ma anche biologici, come il DNA che trasmette caratteristiche fisiche e predisposizioni, ma anche talenti. Nella contemporaneità, emerge inoltre l’eredità digitale, fatta di account social, foto e documenti online, che conservano tracce della nostra vita. Sono infatti quasi 43 milioni gli italiani attivi sui social (Report Digital 2024, We Are Social). L’ambiente è un’altra forma di eredità che deve essere considerata e preservata per le generazioni future, così come quella culturale che comprende il nostro sapere artistico, letterario e musicale. Ma concretamente, cosa significa tutto questo?
“L’eredità è un concetto vasto che abbraccia aspetti economici, biologici, digitali, ambientali e culturali”
Al di là degli aspetti economici, che vedremo tra poco, pensare al passaggio generazionale richiede un ragionamento a tutto tondo che considera, ad esempio, la nostra:
– eredità biologica: se abbiamo informazioni su predisposizioni a malattie ereditarie, condividerle con la nostra famiglia può essere vitale per la loro prevenzione o gestione. Allo stesso modo, incoraggiare e coltivare talenti come quelli artistici o musicali nei più giovani è un modo per tramandare queste capacità.
– eredità digitale: cosa desideriamo che succeda ai nostri account social, alle nostre foto digitali e ai nostri documenti online? Molte piattaforme offrono ad esempio la possibilità di nominare un “erede digitale” o di impostare la disattivazione degli account. È saggio assicurarsi che una persona fidata abbia accesso ai nostri contenuti online per evitare che la nostra “traccia digitale” si perda o diventi un problema per gli eredi.
– eredità ambientale: qui, l’azione più concreta è integrare la sostenibilità nella vita di tutti i giorni. Ridurre i consumi, riciclare, scegliere prodotti a basso impatto ambientale e limitare lo spreco di risorse, sono passi fondamentali.
– eredità culturale: per gestirla, dobbiamo valorizzarla e renderla accessibile. Se ad esempio abbiamo oggetti d’arte o documenti storici, consideriamo l’opportunità di condividerli con istituzioni culturali che possano preservarli. Tramandare le storie e le tradizioni della nostra famiglia e della nostra comunità è un altro piccolo frammento di passaggio generazionale che contribuisce a dar vita ad un mosaico culturale più grande e prezioso.
In sintesi, pensare all’eredità in tutte le sue sfaccettature ci permette di agire da “buoni antenati”.
Una famiglia, tante famiglie
Al centro del tema dell’eredità ci sono i nostri cari, o meglio, la nostra famiglia, primo destinatario di ciò che abbiamo accumulato in vita… Ma di quale famiglia stiamo parlando?
Il panorama contemporaneo è diventato incredibilmente complesso, molto diverso dalla tradizionale struttura patriarcale ed estesa di qualche decennio fa. Oggi, le famiglie si presentano in una varietà di forme: siamo passati da quelle tradizionali a quelle lunghe (con genitori anziani e figli adulti conviventi), allargate, alle coppie di fatto etc. Oggi in Italia il 36% delle famiglie è unipersonale, contro il 29% di famiglie composte da genitori + figlio-i (Istat 2024).
Questa complessità ha grosse implicazioni quando si parla di passaggio generazionale.
La legge italiana, attraverso la cosiddetta “successione legittima”, tende infatti a tutelare in via prioritaria la discendenza diretta, riflettendo una concezione di famiglia che, per molti italiani, non corrisponde più alla realtà.
Ecco ad esempio un elenco di terminologie che dimostra la complessità della famiglia oggi:
– Il terzo genitore: Il cosiddetto «genitore acquisito»
– Genitori sociali: Chi si assume il compito di curare la crescita e l’educazione di un figlio che non ha generato
– LAT: «Living Apart Together» è un’espressione che indica le coppie legate da una relazione che decidono di vivere in case separate
– Famiglie patchwork: Come dice la parola stessa «”intreccio” di più famiglie»
– Step – daughter: La figlia del marito o moglie di un precedente matrimonio
– Step – son: Il figlio del marito o moglie di un precedente matrimonio
In un Paese in cui moltissime persone sono sole, e prive di eredi legittimi “vicini”, è inoltre essenziale attrezzarsi e scegliere di lasciare i propri beni anche a persone care (come amici o associazioni benefiche in cui crediamo) e non unicamente a parenti lontani talvolta sconosciuti, ma legalmente più “meritevoli”.
Per tutti questi motivi, la pianificazione successoria assume un ruolo cruciale, diventando uno strumento indispensabile per tutti coloro che vivono in questi nuclei familiari contemporanei.
L’importanza di essere un buon antenato
Ognuno di noi possiede una storia unica, ed è proprio questa storia a formare la nostra identità. Roman Krznaric nel suo libro “Come essere un buon antenato. Un antidoto al pensiero a breve termine”, ci invita a uscire dalla nostra prospettiva di breve termine e ad adottare un pensiero a lungo termine, sostenendo che un buon antenato non deve lasciare dietro a sé caos o problemi irrisolti.
Questa filosofia trova eco in Svezia con la pratica del “Döstädning”, che ci invita non solo a riordinare le cose accumulate nel corso della vita, ma anche ad adottare una strategia economica proattiva.
Ecco qualche consiglio pratico per fare nostra questa filosofia:
– Iniziamo presto: agire per tempo significa risparmiare ai nostri eredi tempo e denaro per lo smaltimento e la valutazione dei beni. È un investimento nel presente che genera un futuro beneficio economico.
– Non iniziare da oggetti di valore emotivo, come lettere e fotografie: questo ci permette di mantenere l’efficienza del processo.
– Cerchiamo di non avere fretta: un decluttering rapido può facilitare la dismissione di beni che potrebbero avere un valore di mercato o che comportano costi di mantenimento.
– Occupiamoci delle cose che i nostri cari non desiderano: eliminare oggetti superflui per i nostri eredi evita loro spese di smaltimento o stoccaggio, trasformando un potenziale onere in un’ottimizzazione delle risorse familiari.
– Cerchiamo di essere “impietosi” con ciò che non usiamo: mantenere solo l’essenziale riduce i costi di spazio (es. magazzini) e può liberare capitale dalla vendita di beni superflui. È una filosofia di riduzione del consumo e valorizzazione dell’esistente.
– Creiamo categorie per gli oggetti: organizzare i beni facilita una valutazione economica rapida, permettendo di identificare cosa ha valore di mercato e cosa rappresenta un mero costo.
– Consideriamo la possibilità di vendere o donare: vendere oggetti inutili può generare liquidità, mentre donare può portare a benefici fiscali o evitare costi di smaltimento, trasformando un peso in un atto di valore sociale.
– Scriviamo le storie dei beni che lasciamo: le storie aggiungono valore affettivo non materiale agli oggetti, arricchendo l’eredità di significato per i familiari.
– Parliamo con i nostri cari: la comunicazione è cruciale per una pianificazione successoria efficace. Discutere le nostre volontà evita malintesi, potenziali liti e costosi processi legali futuri.
“Uscire da una prospettiva di breve termine e adottare un pensiero a lungo termine, permette di non lasciare dietro di sé caos o problemi irrisolti.”
Una pianificazione successoria attenta è un atto di cura e rispetto verso i propri eredi. Lasciare le cose in ordine significa che i nostri eredi non dovranno affrontare ulteriori difficoltà emotive o finanziarie in un momento già delicato, permettendo loro di concentrarsi sul lutto e sulla memoria, anziché su problemi pratici e legali complessi.
Alcuni consigli concreti di Educazione Finanziaria
Per attivare un ragionamento concreto sul passaggio generazionale, ecco alcuni semplici consigli:
– Creiamo un fondo di emergenza: avere da 3 a 6 mesi di consumi accantonati in un conto facilmente accessibile può fare una grande differenza in caso di imprevisti, inclusi quelli legati a eventi luttuosi. Questo ci permette di affrontare spese inattese senza intaccare i nostri investimenti a lungo termine.
– Ragioniamo sulla possibilità di redigere un testamento: il testamento deve essere chiaro e aggiornato e specificare come desideriamo che i nostri beni vengano distribuiti, evitando così lunghe e costose dispute tra gli eredi e assicurandoci che le nostre volontà siano rispettate.
– Informiamoci sugli strumenti coerenti al nostro scopo, come ad esempio una polizza vita: se abbiamo persone a carico, un’assicurazione sulla vita può ad esempio garantire loro un supporto finanziario in caso di prematura scomparsa.
– Informiamoci sulle imposte di successione in funzione della nostra tipologia familiare: le imposte possono incidere significativamente sul valore finale dell’eredità; una buona pianificazione successoria, con l’aiuto di un professionista del mercato, può aiutarci a ottimizzare questo aspetto.
– Gestiamo con attenzione i nostri debiti: un’eccessiva esposizione debitoria può gravare sui nostri eredi. Cerchiamo di ridurre i debiti non necessari, e impostiamo un piano sostenibile per estinguerli. Assicuriamoci inoltre di avere fondi sufficienti per coprire i debiti in corso.
– Coinvolgiamo i familiari: parliamo apertamente di aspetti economici con i nostri cari. Assicuriamoci che sappiano dove si trovano documenti importanti, chi contattare in caso di bisogno e quali sono i nostri desideri in caso di non autosufficienza.
– Consultiamo un professionista: un professionista del mercato può aiutarci a costruire un piano su misura per le nostre esigenze, che tenga conto dei vincoli e delle opportunità offerte dalla legge
Pianificare con anticipo la nostra situazione finanziaria non è solo un atto di responsabilità verso noi stessi, ma anche un modo per prenderci cura delle persone che amiamo, garantendo loro serenità anche in un momento difficile.
Conclusioni
L’eredità è un tema affascinante, poiché intreccia storie di famiglia, cultura e valori. Comprendere l’importanza di ciò che lasciamo dietro di noi e scegliere cosa lasciare e a chi può arricchire non solo la nostra vita, ma anche quella degli altri.
Ragionare con calma e attenzione su quello che abbiamo e che potrà essere bello o utile o apprezzato da chi viene dopo di noi è un piccolo ponte verso l’immortalità.