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- 26 Novembre 2020

Grave impatto del Covid anche sulla cultura che non si arrende e rilancia con proposte online ed attività a distanza.

Il ciclone Covid-19 si è abbattuto, naturalmente, anche sul comparto della cultura, provocando grandi impatti traumatici in un contesto già indebolito da una lunga crisi, da debolezze strutturali, vuoti legislativi, cornici normative incomplete e contraddittorie, sostenibilità precaria, spesso mantenuta in equilibri acrobatici da imprenditori mecenati e lavoratori che, con sacrificio, antepongono l’opera all’interesse personale.

 

Teatro, cinema, musica, arte e musei stanno soffrendo come non mai. Il lockdown da pandemia li ha messi in ginocchio.
È stato stimato, autorevolmente, che in Piemonte il settore abbia perso cento milioni di euro nei primi sei mesi di quest’anno. La metà per i mancati incassi da tre comparti del settore culturale regionale: spettacolo dal vivo, musei, esercizi cinematografici.
In particolare, secondo l’Osservatorio culturale del Piemonte, la perdita dello spettacolo dal vivo è calcolabile in 17,5 milioni e in 13,5 per i cinema. Senza contare l’indotto. Sono stati persi 14.000 tra spettacoli ed eventi e 1.400 repliche prodotte da soggetti piemontesi.

 

 

Il Piemonte conta una quarantina di teatri, molti dei quali storici, come il Regio e il Carignano di Torino, l’Alfieri di Asti, il Toselli di Cuneo, il Coccia di Novara, il Municipale di Casale. Conta, inoltre, quasi 250 schermi cinematografici (nel 2019, nelle sale cinematografiche della regione sono state venduti 7,2 milioni di biglietti, per complessivi 46,3 milioni di euro; mentre nel primo semestre 2020 i biglietti venduti sono stati 1.649.121, con l’incasso di 10,6 milioni, inferiore del 54% allo stesso periodo precedente). In Piemonte, i lavoratori dello spettacolo sono quasi 16.000, che, l’anno scorso, complessivamente hanno avuto una retribuzione di poco superiore ai 184 milioni. In particolare, gli attori sono poco più di duemila.

 

Nel 2018, l’intero settore della cultura piemontese ha avuto contributi pubblici e privati per 262 milioni di euro, dei quali 44,1 milioni dallo Stato, 56,5 dalla Regione, 97,5 dai Comuni, 61,4 dalle Fondazioni di origine bancaria.
Ora la spaventosa mancanza di risorse, in seguito alla chiusura totale dei locali prima, al drastico contingentamento poi e alla nuova sospensione, non hanno però portato alla resa.

Quasi tutti gli operatori hanno reagito e stanno reagendo. Per sopravvivere, per mantenere il contatto con il proprio pubblico; ma anche attrezzandosi per risultare più forti e competitivi quando il ciclone sarà passato. La crisi da coronavirus è stata ed è occasione per una revisione profonda dell’attività, in ogni suo aspetto, dai prodotti ai servizi, dalle strutture all’organizzazione del lavoro.

Partendo dall’uso del digitale, fattore strumentale strategico.

 

Una recentissima rilevazione ha consentito di constatare che già sette soggetti su dieci hanno proposto on line contenuti o iniziative.

Un esempio è quello del Teatro Tangram Torino, che, grazie al sostegno della Banca del Piemonte e al supporto del gruppo Rete 7 Piemonte, ha spostato la programmazione di sei spettacoli sul digitale terrestre e sui canali social, portando così il teatro a casa di ciascuno, mettendoli in scena in diretta sul palco della sala cittadina di via Don Orione, storica sede della Compagnia.

 

Banca del Piemonte ha dato lo stimolo e la possibilità di realizzare l’ultima parte di stagione 2020 al Tangram Teatro “accogliendo” un pubblico numeroso, anzi numerosissimo, molto più di prima.

 

Un pubblico a cui saranno portati i sei spettacoli direttamente a casa, grazie all’iniziativa FARE TEATRO, attraverso – come si diceva un tempo – la televisione o come è d’uso dire oggi, il digitale terrestre.  Sei spettacoli che dal Tangram Teatro vanno contemporaneamente in onda in diretta sul canale 110 Piemonte + della televisione di casa. Ma anche sulle pagine Facebook di Banca del Piemonte e Tangram Teatro per una fruizione il più possibile allargata.

Lo sforzo è di realizzare una stagione vera, ripresa da una troupe televisiva con quattro camere e una regia video, per offrire un “prodotto” culturale che possa continuare e anzi rafforzare il dialogo con il pubblico.

 

“La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie…Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni… È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze” –  Albert Einstein.

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