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- 24 Settembre 2025

Evento – Verso il benessere: il tema di genere nel tempo che cambia

Si è svolto in uno dei luoghi culto della letteratura in Italia, la Scuola Holden di Torino, l’evento di educazione finanziaria promosso da Banca del Piemonte dal titolo «Verso il benessere: il tema di genere nel tempo che cambia».

L’incontro è stato introdotto dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Camillo Venesio, che ha espresso con chiarezza l’intento dell’istituto: «Siamo orgogliosi di essere una piccola banca perché questo ci consente di occuparci anche del rapporto umano con i nostri clienti, che non sono numeri».

Banca del Piemonte investe attualmente in tecnologia, innovazione e cambiamento: «Siamo consapevoli che dobbiamo rinnovarci continuamente – ha sottolineato Venesio – e questo incontro di oggi, su tematiche decisamente importanti e non del tutto percepite dalla società italiana, muove lenti per guardare lontano. Ed è un bel sogno che tutti noi cerchiamo di fare».

Moderato dalla giornalista Francesca Angeleri, il parterre era di grande rilievo. Oltre alla Responsabile Rete e Retail di Banca del Piemonte Sonia Marchino, c’erano la sociologa Francesca Bertè, l’economista femminista Azzurra Rinaldi, docente di Economia Politica presso l’Università Unitelma Sapienza di Roma e direttrice della School of Gender Economics, e Antonella Viola, immunologa e divulgatrice scientifica, conosciuta per essere stata uno dei volti più seguiti durante il periodo pandemico, che insegna all’Università di Padova.

Quattro professioniste che hanno catturato l’attenzione del pubblico per oltre un’ora, affrontando temi fondamentali, innovativi e di grande ispirazione. Ha aperto gli interventi Francesca Bertè, che ha offerto un quadro ampio ed esaustivo sul significato in evoluzione del termine benessere e sulle sue molteplici varianti: «La consapevolezza – ha chiarito – è fondamentale e richiede di ragionare anche sui tempi di vita, che negli ultimi decenni si sono allungati di molto». Ha parlato anche di pianificazione familiare, che deve basarsi sull’autonomia economica di ogni membro: «Dobbiamo essere pronti a gestire anche eventi inattesi. La società sta avanzando, sta cambiando, e questo potrebbe accadere sempre più spesso».

Sonia Marchino ha portato la sua esperienza prima come direttrice di filiale, poi come responsabile di tutta la rete. Nel suo intervento ha posto l’accento sulla centralità del rapporto di fiducia con i clienti, una relazione che va costruita e che la dimensione di Banca del Piemonte rende possibile attraverso servizi su misura. Marchino ha inoltre sottolineato come la questione di genere riguardi da vicino sia la banca sia la clientela: «Sicuramente il rapporto tra donna e gestione del patrimonio ha conosciuto negli ultimi anni un’importante evoluzione. Ci accorgiamo che le donne stanno conquistando, fortunatamente, sempre maggiore autonomia e consapevolezza».

Antonella Viola ha illustrato con chiarezza i suoi studi sulla medicina di genere, un ambito ancora poco conosciuto ma di fondamentale importanza sia per l’industria farmaceutica sia per l’efficacia delle cure. «Fino al 1994 le donne erano escluse dalle ricerche sui farmaci. Ciò significa che erano tutti testati su un unico modello: maschio bianco adulto. Le donne, quindi, sono state curate peggio, perché i nostri corpi sono ovviamente diversi. Abbiamo un problema: dobbiamo riuscire a curare la metà della popolazione, le donne, bene tanto quanto curiamo l’altra metà, gli uomini».

Ha concluso il panel Azzurra Rinaldi, che ha portato la sua visione sull’educazione finanziaria, per lei non solo una professione ma una vera missione. Cosa differenzia un’economia tradizionale da un’economia femminista? «L’economia femminista inserisce nell’equazione dell’Homo Economicus – il lupo di Wall Street, che non si fa piegare da nulla e che non ha relazioni sociali proprio per essere spietato e razionale, una figura che per fortuna nella realtà quotidiana non esiste – il valore della cura e del senso di responsabilità. È una responsabilità nei confronti dell’ambiente, perché questo metodo di estrazione lineare – prendo quello che voglio, uso quello che voglio e quando non serve più lo scarto – non funziona. L’economia femminista nasce circolare: prendo quello che mi serve, capisco come usarlo e mi prendo cura di ciò che succede dopo».

 

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