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- 5 Agosto 2020

Librerie italiane colpite dall’emergenza Coronavirus.

E gli amanti della lettura soffrono la mancanza di eventi culturali che promuovano i libri.

Tra i tanti settori economici che, in Italia, stanno subendo duramente gli effetti penalizzanti della pandemia c’è sicuramente anche quello librario.

 

Nonostante l’aumento della lettura incentivata dall’obbligo di restare confinati in casa durante il periodo del lockdown, la chiusura delle librerie imposta in tutto il Paese dal 12 marzo al 13 aprile, seguita dalla parziale riapertura consentita in alcune regioni, ha messo in difficoltà questo canale commerciale. Oltre l’84% delle librerie italiane, si dichiarano in difficoltà nel fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, come pagare i dipendenti, provvedere a bollette e affitti, sostenere gli oneri contributivi e fiscali.

 

Naturalmente, con i rivenditori sono stati danneggiati anche gli editori di libri, che in Italia sono circa duemila, occupano poco meno di diecimila persone e fatturano oltre 2,5 miliardi di euro all’anno. Nel 2018, hanno prodotto 75.758 titoli cartacei. Le grandi case editrici coprono quasi l’80% della produzione in termini di titoli e il 90% della tiratura. E se i piccoli editori pubblicano, in media, quattro titoli all’anno, stampando ciascuno poco più di 5.500 copie, i grandi editori producono mediamente 254 opere librarie, con una tiratura di oltre 600.000 copie. Territorialmente oltre la metà degli editori attivi è localizzata nel Nord, in particolare il 31,4% nel Nord Ovest. A Milano e Roma si concentrano circa un quarto degli editori attivi e il 39,7% dei grandi marchi.

 

A creare ulteriori problemi al settore, privandolo di un’importante opportunità di promozione, è anche il divieto, ancora vigente, di organizzare manifestazioni pubbliche e quindi fiere, come il Salone Internazionale del Libro di Torino, eventi e presentazioni letterarie, contestualmente alla chiusura di biblioteche, scuole e università.
Gli eventi culturali, infatti, costituiscono un canale di commercializzazione non trascurabile per gran parte degli editori e permettono l’incontro tra autore e lettore.

Oltre la metà degli editori attivi, ha partecipato a saloni o festival letterari in Italia e/o all’estero nel 2018 (52,0% in media); il 41,1% ha organizzato convegni, conferenze, seminari o festival letterari e il 27,8% iniziative di educazione alla lettura nelle scuole, nelle biblioteche o nelle librerie. Un quinto dei grandi editori ha partecipato a saloni e festival non letterari.

 

Le librerie restano luoghi dove crescere culturalmente e socialmente, non a caso si dice che la lettura sia una medicina per l’anima.

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