genesys Passaggio Generazionale: Guida Completa alla Pianificazione della Successione
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Pianificare il passaggio generazionale

Le domande da porsi, le risposte da cercare

#36 Pianificare il passaggio generazionale

Indice dei contenuti

Pianificare il passaggio generazionale è un atto di responsabilità e rispetto verso i propri cari.

Affrontare la perdita di una persona amata comporta già il difficile compito di riordinare i suoi beni, un’esperienza emotivamente intensa e complessa, con risvolti sia psicologici che economici. Pianificare la successione significa valorizzare ciò che abbiamo costruito nella nostra vita, semplificare quella di chi resta, prevenire litigi e facilitare il ritrovamento di documenti preziosi. Non a caso, un famoso proverbio dice: “Chi non fa testamento, lascia liti in eredità.”

Pianificare per tempo è quindi essenziale, ma da dove si parte?

Le domande chiave del passaggio generazionale

Per una pianificazione efficace, è fondamentale porsi alcune domande chiave. La prima riguarda i desideri e i destinatari dell’eredità, in assenza di vincoli. La seconda questione è legata a ciò che la legge italiana consente realmente, poiché i desideri non sempre combaciano con le normative. La terza domanda riguarda le imposte di successione da pagare, che variano in base al grado di parentela e al tipo di bene. Infine, l’ultimo passaggio è capire quali sono le strategie più adatte per gestire l’eredità.

Senza una pianificazione specifica, si applica la successione legittima per legge, il che può non riflettere le nostre vere volontà e comportare costi o complicazioni.

A chi lasciamo l’eredità e cosa lasciamo?

Questa decisione, profondamente personale e intima, ci invita a riflettere sul nostro percorso di vita e sulle persone che lo hanno condiviso. Dovremmo sentirci liberi di assegnare il patrimonio che abbiamo costruito nel tempo a chi desideriamo.
Il risultato di questa riflessione è un elenco, più o meno esteso, di persone che identifichiamo come i nostri “eredi ideali”.
In un secondo momento, valuteremo se questo desiderio si allinea con ciò che la normativa consente, oppure no.

Il passo successivo consiste nel compilare un inventario dettagliato dei beni a nostra disposizione. Questa lista è cruciale per definire l’asse ereditario, ovvero l’insieme di tutti i beni, diritti e obbligazioni che rientreranno nella successione.
L’asse ereditario include anche proprietà immobiliari (come edifici e terreni), aziende e partecipazioni societarie.

Censire con precisione i beni di cui si è in possesso è un’operazione fondamentale e richiede grande attenzione.

Se il patrimonio è considerevole o frammentato, può infatti diventare complesso identificare tutti i possedimenti a posteriori.
Ciò renderebbe necessarie indagini approfondite per determinare con esattezza sia i beni immobili che quelli mobili appartenenti al defunto. Dopo aver chiarito chi vorremmo come erede e quali beni possediamo, è il momento di verificare cosa la legge ci permette di fare.

A chi posso lasciare i miei beni?

Quando una persona viene a mancare senza aver lasciato le proprie volontà, la successione è interamente disciplinata dalla normativa vigente. Le persone identificate come eredi legittimi sono il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli, le sorelle e i parenti fino al sesto grado. Se non vi sono parenti entro questo grado di parentela, il patrimonio viene devoluto automaticamente allo Stato, il quale si assumerà anche eventuali debiti.

La legge favorisce i legami di parentela più stretti con il defunto, seguendo il cosiddetto principio di gradualità. Ad esempio, in presenza di un solo figlio e del coniuge, i beni verranno equamente divisi a metà. Se invece vi sono più figli, al coniuge spetta un terzo dell’eredità, mentre i restanti due terzi saranno ripartiti in parti uguali tra i figli. E così via…

La tabella seguente mostra il meccanismo che regola la successione legittima in assenza di testamento, per alcune categorie esemplificative di soggetti:

La probabilità che gli eredi “Legittimi” non corrispondano alle aspettative o ai desideri del defunto è però oggi più alta che mai a causa dei profondi cambiamenti sociali e demografici che hanno interessato la struttura della famiglia in Italia.

Il diritto successorio italiano, pur essendo stato oggetto di alcune riforme, non ha ancora pienamente colmato il divario con la realtà sociale contemporanea, caratterizzata da una maggiore fluidità e diversità nelle forme di convivenza e relazione.

Ci sono delle imposte da pagare?

L’imposta di successione è un tributo che si applica sul valore dei beni (immobili, denaro, titoli, gioielli, aziende, ecc.) che vengono trasferiti da una persona defunta ai suoi eredi. Non è un’imposta sul singolo bene, ma sull’intero patrimonio netto ereditato da ciascun beneficiario. L’ammontare dell’imposta varia in base a due fattori principali: il grado di parentela e le franchigie, ovvero soglie di valore entro le quali non si è tenuti a pagare l’imposta. L’imposta si applica solo sulla parte del valore che eccede la franchigia.

Per memoria, le aliquote e le franchigie sono le seguenti:
– Coniuge, Figli, genitori (aliquota 4%, franchigia 1.000.000 €)
– Fratelli e sorelle (aliquota 6%, franchigia 100.000 €)
– Altri parenti fino al 4° grado (aliquota 6%, nessuna franchigia)
– Convivente, altre persone (aliquota 8%, nessuna franchigia)

In pratica, se un figlio eredita € 1.200.000, l’imposta del 4% si calcola solo su € 200.000 (€ 1.200.000 – € 1.000.000).

“L’ammontare dell’imposta varia in base al grado di parentela e della franchigia”

Un discorso a parte lo merita l’imposta sugli immobili. Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2023, il nostro Paese conta circa 35,6 milioni di abitazioni, corrispondenti a una media di due case ogni tre abitanti (fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare, Rapporto “Statistiche catastali 2023”). Siamo dunque un paese di proprietari di casa. Se nell’eredità sono presenti beni immobili, oltre all’imposta di successione principale, dovremo pagare due imposte aggiuntive: l’imposta Ipotecaria (pari al 2% del valore catastale degli immobili) e l’imposta Catastale (pari all’1% del valore catastale degli immobili).

In sintesi come si può evincere, interpretare correttamente la propria posizione può essere complesso, soprattutto in presenza di patrimoni ingenti o situazioni familiari articolate. Nella valutazione delle imposte di successione è dunque sempre consigliabile rivolgersi a un professionista per una consulenza personalizzata e per la corretta gestione di tutti gli adempimenti.

Cosa possiamo fare?

Se dall’analisi condotta emerge che i beneficiari che si vorrebbero designare non corrispondono (totalmente o parzialmente) agli eredi stabiliti per legge, o se si avverte la necessità di ottimizzare l’imposizione fiscale, allora è il momento di intervenire e pianificare. Al di là della quota di legittima – quella porzione del patrimonio vincolata da norme inderogabili e destinata a specifiche categorie di parenti fino al sesto grado – possiamo assegnare una quota disponibile.

Questa quota, anch’essa definita legalmente, rappresenta la parte del patrimonio che possiamo liberamente attribuire a chiunque, indipendentemente dai legami di parentela riconosciuti dalla legge. L’ampiezza di questa porzione varia in base al numero di eredi legittimi esistenti, consentendo così di favorire persone con cui si hanno forti legami affettivi, ma che non rientrano nelle gerarchie successorie standard.

Di seguito un esempio di ripartizione tra quota legittima e quota disponibile.

Per disporre della quota disponibile occorre utilizzare strumenti successori appropriati,  quali?

Alcuni strumenti utili

Tra i principali strumenti che ci possono aiutare a liberare la quota disponibile vi sono il testamento e la polizza vita.

Il testamento è un atto revocabile con il quale una persona, capace di intendere e volere, dispone dei propri beni per il tempo in cui non ci sarà più. Nel contesto italiano esistono diversi tipi di testamento: c’è quello olografo (una scrittura privata per la quale sono necessari alcuni requisiti formali, come il fatto di dover essere scritto di proprio pugno, essere datato e sottoscritto), quello pubblico per atto di un notaio e in presenza di testimoni, quello segreto, ossia scritto dal testatore o da un terzo e consegnato ad un notaio, il quale redige un verbale di ricevimento. Se si sceglie di fare testamento, occorre fare attenzione ad alcuni aspetti: le regole relative alle ripartizioni delle quote, la non segretezza nell’apertura, un costo potenzialmente non irrisorio (ad esempio il notaio), la possibilità di essere impugnato e di scatenare liti tra gli eredi.

Oltre al testamento, è possibile sottoscrivere una polizza vita con finalità successoria. Uno strumento del mercato con dignità testamentaria che permette di liberare la quota disponibile in favore di qualunque soggetto, anche esterno alla famiglia. Il motivo di utilizzo delle polizze vita a fini successori non è solo qualitativo. C’è infatti un beneficio fiscale rilevante e che consiste nel disporre di somme che sono al di fuori della tassazione prevista in caso di successione.

“Il testamento è un atto revocabile con il quale una persona, capace di intendere e volere, dispone dei propri beni per il tempo in cui non ci sarà più.”

Con un panorama familiare e legale sempre più complesso, un supporto specialistico può aiutare a navigare tra le normative, evitare errori costosi, ottimizzare l’aspetto fiscale e garantire che il nostro patrimonio sia distribuito esattamente secondo le nostre volontà, tutelando ogni persona o causa a cui teniamo, anche al di fuori dei tradizionali legami di parentela.

Conclusioni

Il nostro patrimonio è ben più della semplice somma dei beni: è il frutto di una vita di impegno, valori e affetti. Non si dovrebbe permettere che diventi un campo di battaglia o un labirinto burocratico. Pensiamo a chi ha dedicato anni a costruire la casa dei suoi sogni, per poi vederla divisa in mille rivoli da liti ereditarie, una volta venuto a mancare senza aver lasciato chiare indicazioni.

Pianificare il passaggio generazionale in vita permette di trasformare il proprio lascito da potenziale problema in un gesto di amore e lungimiranza che guiderà serenamente il futuro di chi resta.

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