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Privati, Imprese - 8 Agosto 2023

Cultura e creatività motori dell’economia

A tre anni dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative italiane risultano tra i settori strategici per facilitare la ripresa economica del Paese.

Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che sono una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza; ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven, ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo.

Bellezza e cultura, quindi, sono parte del Dna italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per la fuoriuscita dalle crisi.

In particolare, la cultura in Italia è una filiera in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore, che nel 2022 ha generato complessivamente un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro (+6,8% rispetto all’anno precedente). Inoltre, non soltanto ha recuperato gli oltre 43 mila posti di lavoro che si erano persi nel 2021, ma ha ancora incrementato del 3% l’occupazione del settore, portandola a 1.490.738 unità.

Nella filiera operano 275.318 imprese (+1,8% nel 2022 rispetto all’anno precedente) e 37.668 organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività, le quali impiegano più di 21 mila tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,3% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

Complessivamente, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del made in Italy, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro.

Complessivamente, dunque, cultura e creatività, direttamente e indirettamente, generano valore aggiunto per circa 271,9 miliardi di euro (15,9% economia nazionale).

Questi dati si trovano nella tredicesima edizione del rapporto realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, insieme a Istituto per il Credito Sportivo, la Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti.

La forza della nostra economia e del made in Italy – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza, che, più che in altri Paesi, oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare le difficili sfide che abbiamo davanti”.

E Andrea Prete, presidente di Unioncamere ha aggiunto: “Il nostro sistema produttivo culturale e creativo si configura sempre più come un conglomerato di attività capace di attivare in misura consistente il resto dell’economia. Fra l’altro, la spesa complessiva sostenuta dai turisti stranieri in consumi culturali (spettacoli teatrali, concerti, folklore, visite guidate, musei, mostre) ha sfiorato i 35 miliardi di euro nel 2022, pari al 44,9% della spesa turistica complessiva”.

Dalle attività core derivano 52,7 miliardi e circa 852 mila occupati (rispettivamente +7,2% e +3,3% rispetto al 2021), mentre le attività creative driven generano la ricchezza più elevata degli ultimi tre anni (42,8 miliardi di euro, +6,4% nell’ultimo anno) e danno lavoro a 639 mila occupati (+2,5% rispetto al 2021).

In particolare, il comparto dei videogiochi e software è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera con 14,6 miliardi di euro di valore aggiunto (il 15,3% dell’intera filiera e +9,6% rispetto al 2021) e con un incremento di oltre 12 mila posti di lavoro (+7%). È continuata, quindi, la dinamica positiva già sperimentata negli anni precedenti, sulla scia di un mercato digitale in espansione anche nel 2022.

Le regioni maggiormente specializzate nella cultura e nella creatività sono la Lombardia e il Lazio. In particolare, la Lombardia genera il più alto valore aggiunto nell’ambito del sistema, con 26,4 miliardi di euro, pari al 27,6% della intera filiera e al 6,8% della ricchezza prodotta nella regione. In termini occupazionali, nella regione sono impiegati 353 mila addetti, incidendo per quasi un quarto sull’occupazione nazionale della filiera culturale e creativa e per il 7,2% sul totale economia.

Il Lazio, con Roma come suo principale centro turistico e culturale, contribuisce per il 15% alla filiera nazionale e il 7,6% all’intera economia regionale, con un valore aggiunto di circa 14,4 miliardi di euro; gli occupati del settore sono 197 mila, pari al 13,2% del sistema nel suo complesso e al 7,1% dell’occupazione regionale.

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