Home News Imprese In ripresa la ricerca italiana

Privati, Imprese - 7 Novembre 2023

In ripresa la ricerca italiana

L’Istat ha comunicato che se per il 2022 i dati preliminari indicano un peggioramento della spesa in R&S delle imprese (-2,9% rispetto al 2021), per il 2023 è invece stimata una ripresa, in grado di riportare i valori di spesa a livelli superiori al 2021: secondo le previsioni la spesa delle imprese aumenterà raggiungendo il valore di circa 16 miliardi di euro (+5,2% rispetto al 2022).

E nel settore delle istituzioni pubbliche, che già hanno evidenziato un aumento del 5,6% della spesa in R&S rispetto al 2021, l’andamento crescente prosegue nel 2023: l’aumento previsto è pari al 12,2% rispetto all’anno precedente. Così come per le istituzioni private non profit si prevede una crescita della spesa sia nel 2022 (+4,3%) che nel 2023 (+8,6%).

Comunque, già nel 2021 si è registrato un discreto recupero delle attività di R&S, dopo la contrazione registrata nel 2020 a causa della crisi pandemica. La spesa complessiva in R&S intra-muros, effettuata da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e Università, nel 2021 è ammontata a circa 26 miliardi di euro (+3,8% rispetto al 2020), risultando così inferiore di appena l’1% rispetto al 2019.

Tuttavia, la ripresa della spesa 2021 ha investito prevalentemente le istituzioni pubbliche (+9,7%) e le Università (+7,9%), mentre nel settore delle imprese la crescita è stata modesta (+1,1%) e ha interessato soltanto le imprese di maggiore dimensione.

Nel settore delle imprese, però. l’aumento così contenuto è dipeso sostanzialmente dal minor numero di imprese che hanno complessivamente svolto attività di R&S: 14.172 contro le 15.718 del 2020).

L’incidenza percentuale della spesa nazionale in R&S sul Pil nel 2021 è risulta pari all’1,45%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (1,51%). In particolare, l’incidenza degli investimenti delle imprese sul Pil è stata pari allo 0,88%.

Nel 2021, quella del settore privato (imprese e non profit) ha continuato a essere la principale componente della spesa in R&S intra-muros complessiva (62,1%). Le imprese hanno investito 15,6 miliardi di euro con un peso pari al 60,2% della spesa totale.

Le Università con il 24% della spesa complessiva rappresentano l’attore più importante della R&S nazionale dopo le imprese, mentre il contributo del settore pubblico è risultato pari al 14% della spesa totale.

Con riferimento alle fonti di finanziamento, le imprese finanziano la maggior parte della spesa in R&S (14 miliardi, pari al 53,9% dei finanziamenti complessivi). Seguono il settore delle istituzioni pubbliche (35,1%, pari a 9 miliardi) e i finanziatori stranieri (8,8%, pari a 2,3 miliardi), calati del 19% rispetto al 2020.

A eccezione del non profit e delle Università, l’autofinanziamento si conferma la fonte principale della spesa per R&S.

Trasversalmente alle attività economiche, la ripresa 2021 ha interessato solo le grandi imprese. La crisi causata dalla pandemia ha colpito soprattutto le piccole imprese (meno di 50 addetti), la cui spesa si è ridotta del 6,3% rispetto al 2020, mentre nelle imprese di media dimensione (50-249 addetti) il calo è stato più contenuta (-3,2%). All’opposto, emerge il discreto recupero delle attività di R&S delle imprese con oltre 249 addetti, che hanno speso il 3,8% in più rispetto al 2020.  Indipendentemente dalla classe dimensionale, l’indebolimento delle attività di R&S nel 2021 ha riguardato soprattutto le imprese dei servizi. I più colpiti sono stati i comparti della finanza e assicurazioni (-17,3% rispetto al 2020), i servizi informatici (-5,7% i servizi principali e -6,2% i servizi collaterali) e il commercio (-7,1%).

All’opposto, nell’industria e nelle costruzioni la crisi ha segnato l’avvio di una ripresa (rispettivamente pari a +3,3% nelle prime e a +12,7% nelle seconde).

Le imprese che hanno investito maggiormente in R&S sono concentrate nei settori della produzione di macchinari, autoveicoli e altri mezzi di trasporto: i tre settori insieme rappresentano oltre un terzo della spesa complessiva. Seguono l’elettronica, il comparto della R&S e l’informatica con un miliardo di spesa e quote superiori al 6%.

A livello territoriale, la spesa 2021 in R&S resta fortemente concentrata; i due terzi del totale infatti (oltre 17 miliardi di euro), sono effettuati da sole cinque regioni: Lombardia (20%), Lazio (15,2%), Emilia-Romagna (13,5%), Piemonte (10,9%) e Veneto (8,0%). Altre due regioni sostengono una spesa superiore al miliardo di euro: la Toscana, con una quota regionale del 7% della spesa totale, e la Campania (5,7%). Tutte le altre regioni contribuiscono complessivamente con una quota di poco inferiore al 20%.

In termini di incidenza della spesa per R&S sul Pil, buone performance sono state registrate nel 2021 in Emilia-Romagna (2,15%), Piemonte (2,08%) e Lazio (2,00%); mentre la Lombardia (1,28%) e il Veneto (1,27%), storicamente leader della R&S, si sono posizionate sotto la media nazionale.

Le peggiori performance 2021 sono state rilevate in Basilicata (0,55%), Valle d’Aosta (0,58%) e Calabria (0,59%).

Fra l’altro, l’Istat ha censito che, complessivamente, il personale impegnato nella R&S nel 2021 ha continuato a diminuire: gli addetti sono risultati circa 501mila (-3,8% rispetto al 2020). Però, il calo degli addetti è attribuibile solo al settore delle imprese (-8%), perché negli altri settori si è evidenziata una buona ripresa (+2%nel settore pubblico, +2,9% nelle Università e +4,8% nel non profit).

I ricercatori erano circa 159mila e rappresentano il 47,7% del totale degli addetti a R&S, in aumento dell’1,3% rispetto al 2020. L’incidenza maggiore si è rilevata nelle istituzioni non profit (70%). Costituiscono ovviamente la componente principale anche nelle Università, dove allora erano il 66,5% degli addetti alla R&S e rappresentavano più della metà degli addetti alla R&S nelle istituzioni pubbliche (più precisamente il 58,5%).

Tutt’altro discorso va fatto per le imprese, dove l’incidenza di ricercatori è risultata di poco più di un terzo sugli addetti complessivamente dedicati alla R&S.

Nel 2021 le donne impegnate in attività di R&S, pari a un terzo degli addetti, ammontavano a 170mila. In particolare, le ricercatrici erano 57mila.

 

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.

Chiudi menu mobile
COMPLETATO Il file con le regole css statiche generate dal builder Divi, è stato pulito con successo.
Chiudi
COMPLETATO Il local storage del browser è stato pulito con successo.
Chiudi
Skip to content