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Privati, Imprese - 28 Aprile 2023

Italia prima nel design

Il nostro Paese conta 36 mila operatori e nel 2021 ha prodotto un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi di euro

 

Design: un altro primato italiano in Europa. Nel nostro Paese, questo macro settore della creatività

conta 36 mila operatori, articolati tra 20.320 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 15.986 imprese che, con 63 mila occupati, hanno generato nel 2021 un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi di euro.

In particolare, le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, regioni dove si localizza il 60% delle aziende del settore. Tra le provincie primeggiano Milano, Roma e Torino.

A fornire questi dati sono stati Fondazione Symbola, Deloitte Private e Poli.Design, aggiungendo che, secondo Eurostat, nel 2020 nell’Unione Europea risultavano attive 222.390 imprese di design, il 5,3% in più rispetto la precedente rilevazione.

Italia, Germania, Francia e Spagna nel complesso rappresentano insieme il 48% delle imprese dell’Unione europea. E l’Italia con la quota del 16,2% supera, seppur di poche imprese, la Francia, ma con tassi ben superiori la Germania (11,1%) e la Spagna (4,5%).

Lo studio della Fondazione Symbola evidenzia che la capitale del design italiano è indubbiamente Milano, alla quale si deve il 18% del valore aggiunto del settore a livello nazionale. Fra l’altro, Milano è sede del Salone del Mobile e del Fuorisalone, una delle più grandi manifestazioni al mondo dedicate al design.

Non solo: la Lombardia ospita il 29,4% delle imprese italiane del settore, per due terzi formate da  liberi professionisti e lavoratori autonomi; genera il 32,5% del valore aggiunto nazioanle e il 28,5% dell’occupazione complessiva. La seguono altre tre regioni settentrionali, prima delle quali il Veneto (al secondo posto per quota di imprese con l’11,5%, al quarto per valore aggiunto con l’11 e al terzo per occupazione con l’11,6%).

Sul terzo gradino del podio nazionale del design si trova l’Emilia-Romagna, terza per quota di imprese (10,7%), ma seconda per valore aggiunto (13,3%) e occupazione (13%) e, subito sotto, il Piemonte, quarto per quota di imprese (8,5%), terzo per valore aggiunto (11,7%) e quarto per occupazione (11,5%).

Nel complesso, queste quattro regioni concentrano il 60% delle attività produttive del settore, ben il 68,6% del prodotto e il 64,6% dell’occupazione del Paese.

Se la Lombardia è in testa tra le regioni, Milano lo è, appunto, tra le province: l’area concentra il 14,3% delle imprese (con una presenza molto elevata di liberi professionisti e lavoratori autonomi, quasi il 65% del totale), il 18,4% del valore aggiunto prodotto e il 14,2% dell’occupazione nazionale.

Al secondo posto della classifica per numero di imprese emerge la provincia di Roma (6,6%), terza per prodotto (5,3%) e per occupazione (5,7%), a cui segue Torino (terza con il 5,1% delle imprese e unica area in cui le imprese prevalgono rispetto a liberi professionisti e lavoratori autonomi), ma seconda per valore aggiunto (13,3%) e occupazione (13%).

Torino precede anche Firenze, terza per quota di imprese (6%) quinta per valore aggiunto (3%) e settima per occupazione (2,7%) e Bologna, quinta per quota di imprese (2,8%) quarta per valore aggiunto (3,8%) e occupazione (3,8%).

Dall’indagine di Fondazione Symbola, fra l’altro, emerge che il tema della sostenibilità è molto rilevante per il settore: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso e la quota arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese.

A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, considerati alti o medi dall’86,9% degli intervistati, con una accentuazione per le organizzazioni di maggiore dimensione (97,1%). Per contro, la presenza di un livello minimo di competenze riguarda solo il 2,8% del totale.

Il sistema formativo del design è distribuito lungo tutto il Paese: sono ben 91 gli istituti accreditati dal ministero dell’Istruzione, di cui 28 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie legalmente riconosciute, 26 istituti privati autorizzati a rilasciare titoli Afam (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 Isia (Istituti Superiori per Industrie Artistiche); per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.

Rispetto all’anno precedente, cresce del 4% il numero di corsi accreditati e attivati e del 12% il numero degli istituti, in particolare nel caso delle Università e degli altri istituti autorizzati a rilasciare titoli Afam.

A crescere, però, non sono solo gli istituti; ma anche la domanda e il numero degli studenti, essendone stati contati 14.907, cioè il 3,87% in più rispetto al precedente anno accademico.

Per i corsi di laurea universitari, la maggior parte sottoposti al vincolo del numero programmato, aumenta il numero di iscrizioni al test di ingresso, che supera di gran lunga il numero di posti disponibili, con una media nazionale di 2,5 domande per posto disponibile e punte di oltre 6 nel Nord Italia.

 

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