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Privati, Imprese - 12 Dicembre 2023

L’Italia green è leader

Italia sempre più green. Nel quinquennio 2018-2022, nel nostro Paese, sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti, pari al 35,1% del totale ovvero più di una su tre. Lo si legge nel 14° rapporto Greenitaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne

Lo stesso rapporto riferisce che sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno, le figure professionali legate alla green economy erano 3,222 milioni e rappresentavano il 13,9% degli occupati totali. In particolare, nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 milioni), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione.

Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree progettazione e sviluppo (incidenza 87%), logistica (81,7%) e marketing e comunicazione (79,2%).

A livello territoriale, il Nord-Ovest si conferma l’area con il maggior numero di attivazioni green programmate: 598.250 nel 2022, segnando un +13,5% rispetto all’anno precedente.

La Lombardia continua a contraddistinguersi come la regione più dinamica, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 14,7% rispetto al 2021), primato che possiede non soltanto in termini assoluti ma anche relativi (l’incidenza dei green jobs sul totale delle attivazioni previste nella regione è del 40,8%).

Nelle prime quattro regioni per numero di attivazioni green jobs (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio) è concentrato il 51,9% dei nuovi contratti. Rispetto al 2021, la crescita dei contratti green jobs è stata poco uniforme, accentuando le differenze regionali già esistenti.

A livello provinciale, Milano segna anche nel 2022 il maggior numero di attivazioni green (186.360 contratti attesi, pari al 10,3% del totale dei contratti green jobs su scala nazionale. In particolare, nelle province di Milano, Roma, Napoli e Torino è concentrato circa un quarto (24,9%) del totale delle nuove attivazioni green attese nel 2022.

Il nuovo rapporto Greenitaly evidenzia che l’Italia è leader nell’economia circolare con un avvio dell’83,4% a riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – di gran lunga superiore a quello di tutte le grandi economie europee. Si tratta di un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media Ue (52,6%) e ben superiore anche a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%).

Non solo: l’Italia è anche uno dei pochi Paesi europei che dal 2010 al 2020, nonostante un tasso di riciclo già elevato, ha comunque migliorato le sue prestazioni (+10 punti percentuali, contro una media Ue di 6 punti).

Nel biennio 2020-2021, inoltre, si è verificato un inatteso consolidamento della capacità di riciclo industriale dell’Italia, che ha visto in tutti i settori incrementare, anche in maniera importante, la quota di materie seconde impiegate. “Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare” è stato commentato dai ricercatori.

Fra l’altro, in tema di economia circolare, va segnalato che l’Italia nel 2022 ha approvato la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, che definisce i seguenti obiettivi:

1) favorire il mercato delle materie prime secondarie;

2) estendere la responsabilità dei produttori e dei consumatori;

3) diffondere pratiche di condivisione e il principio del “prodotto come servizio”;

4) definire una roadmap di azioni e obiettivi fino al 2040.

La strategia comprende interventi pensati per l’intera filiera, considerando sia il lato della produzione che quello del consumo dei beni, nonché l’implementazione di piani di monitoraggio per misurare le performance di imprese (soprattutto pmi), aree industriali e filiere produttive, città e territori, cittadini-consumatori, eco-design, blue economy, bioeconomia e materie prime critiche.

La strategia fa parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con uno stanziamento specifico di 2,1 miliardi di euro per migliorare la gestione dei rifiuti e l’economia circolare attraverso un pacchetto di investimenti e riforme, tra cui, appunto, l’adozione della Strategia nazionale per l’economia circolare e del Piano nazionale di gestione dei rifiuti.

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