L’anagrafe piemontese delle imprese ha chiuso in positivo il terzo trimestre: alla fine di settembre sono state contate 1.409 aziende attive in più rispetto al 30 giugno. Grazie anche all’impatto dei bonus e superbonus nel comparto dell’edilizia. Infatti, nell’ultimo anno, le imprese delle costruzioni sono cresciute di circa 1.200 unità. Ma sul buon andamento del saldo complessivo ha inciso anche la frenata impressa dal Covid alle chiusure: 3.211 registrate fra luglio e settembre, il dato più basso nella serie degli ultimi dieci anni; mentre, nello stesso periodo, le imprese nate in Piemonte sono state 4.620.
Così, lo stock di imprese censite a fine settembre 2021 dal Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 429.907 unità, ponendo il Piemonte in sesta posizione tra le regioni italiane, con il 7,7% delle aziende dell’intero Paese. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si è tradotto in un tasso di crescita dello 0,33%, migliore rispetto anche a quello emerso in pre-pandemia nel secondo trimestre del 2019 (+0,19%).
Tra i settori, a spiccare per dinamismo nel trimestre estivo, oltre al comparto delle costruzioni (+0,77%) è stato quello degli altri servizi (+0,58%). Superiore alla media regionale è risultato pure il turismo, con un tasso di crescita dello 0,38%. Meno vivace, invece, l’incremento registrato dalle imprese del commercio (+0,18%) e dell’industria in senso stretto (+0,13%), mentre è risultato stazionario il trend dell’agricoltura (+0,02%).
“A livello territoriale – ha aggiunto Unioncamere Piemonte – si rilevano risultati positivi per tutte le province. Torino (+0,40%) e Vercelli (+0,38%) mostrano le performance migliori, superando la media regionale. Verbania (0,26%), Alessandria (0,25%), Cuneo (0,25%) e Novara (0,24%) segnano tassi di crescita attorno al quarto di punto percentuale. Asti, infine, mostra la dinamica meno intensa, fermandosi al +0,18%.
A livello nazionale, il saldo tra aperture e chiusure nel terzo trimestre 2021 si attesta al di sopra di quota 20mila imprese (per l’esattezza 22.258), una soglia superata solo due volte nei trimestri estivi del decenno pre-pandemico. A spingere sulla vitalità del sistema imprenditoriale nel trimestre da poco concluso sono state le costruzioni che, con 6.200 imprese in più, hanno contribuito per il 28% al bilancio positivo del periodo. Lo conferma l’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.
Il saldo positivo è costituto dalla differenza tra le 40.133 imprese che hanno cessato definitivamente l’attività fra luglio e settembre – il dato più basso nella serie degli ultimi dieci anni – e le 62.391 che, invece, l’hanno avviata, consentendo che lo stock arrivasse a 6.166.416.
Il ruolo trainante delle costruzioni per la tenuta del tessuto imprenditoriale – accanto a quello dei servizi, componente essenziale per rispondere all’emergenza pandemica – si avverte distintamente osservando l’andamento del tasso di crescita trimestrale per macro-settori a cavallo degli ultimi due anni. In tutto il Paese, tra settembre 2019 e settembre 2021 il comparto edile è cresciuto complessivamente di 29.136 unità (+3,5%), secondo solo all’espansione dei servizi a imprese e persone (83mila imprese in più per una crescita complessiva, nel biennio, del 4,2%).
Detto del contributo del settore edile alla ripresa della vitalità imprenditoriale cui stiamo assistendo, i dati del terzo trimestre del 2021, a livello nazionale, certificano un generale miglioramento delle dinamiche rispetto allo stesso periodo del 2019. A livello di regioni, solo quattro (Trentino Alto-Adige, Umbria, Molise e Basilicata) non riescono a far meglio di due anni fa
Tra i settori, a spiccare per dinamismo nel trimestre estivo in Italia è stato quello delle attività professionali, tecniche e scientifiche (+1,16% corrispondente a un saldo di 2.649 imprese in più). Come riflesso della ripartenza di tante attività legate alla dimensione sociale si segnala anche il dato delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento, cresciute in estate dell’1,02% (819 unità), istruzione (+0,95%), attività finanziarie e assicurative (+0,89%) e servizi alle imprese (+0,85%) gli altri settori in evidenza per dinamismo. In termini assoluti, invece, dopo le costruzioni, troviamo le attività di alloggio e ristorazione (+3.141), il commercio (+2.923) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.649).
Il Secolo XIX e Nordovest Economia hanno pubblicato un’interessante analisi dei cambiamenti che stanno caratterizzando il settore bancario e che rappresentano le principali sfide per il futuro.
In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta gli sportelli bancari sono scesi a 2.616 rispetto ai 2.965 sportelli del 1996 e ai 3.804 dei tempi d’oro del 2008. Eppure mai come oggi la consulenza – per un mutuo per la casa o un prestito per aprire un negozio o una fabbrica, per investire i propri risparmi – continua a essere, per una banca, la chiave di volta per alzare i margini.
Per Camillo Venesio, amministratore delegato di Banca del Piemonte e vicepresidente dell’Abi «le banche regionali hanno due sfide davanti a loro: mantenere un rapporto non spersonalizzato con il cliente e usare le nuove tecnologie digitali per essere più competitive». È chiaro che specialisti hi‐tech e commerciali di alto livello prenderanno il sopravvento rispetto ai cassieri e operatori allo sportello di una volta. «I data engineer e i data scientist spiega Venesio sono indispensabili, perché attraverso numeri e algoritmi sono in grado di tracciare le tendenze sui prodotti più richiesti dai clienti, come crearli su misura e come migliorare i controlli sull’antiriciclaggio». I consulenti commerciali sono invece quei professionisti che hanno rapporti eccellenti sul territorio con risparmiatori e imprenditori. «I clienti non rinunciano a una chiacchierata con un professionista competente che li aiuti a sottoscrivere un mutuo, a usufruire del bonus 110% per ristrutturare la casa, a richiedere un finanziamento, a gestire una successione generazionale, un testamento o un patrimonio importante».
Banca del Piemonte ha partecipato al Future Bancassurance Awards 2021 e ha ricevuto il premio per il prodotto Open Multiasset per la sezione Life Product Innovation in collaborazione con Italiana Assicurazioni.
Il premio è stato ritirato, con grande soddisfazione, da Mario Campagnaro, Responsabile Funzione Prodotti Finanziari e Assicurativi.
È in gran recupero la spesa mensile delle famiglie per l’acquisto di beni e servizi culturali: a settembre è ammontata a 73 euro, il 6% in più rispetto a giugno e il 44% in più rispetto a settembre 2020, quando però era crollata del 55% rispetto a quella dello stesso mese dell’anno prima; per cui i livelli pre-Covid sono ancora lontani (-35% a settembre 2021 su dicembre 2019). È quanto emerge dall’indagine sui consumi culturali degli italiani al tempo della pandemia, presentata al Forum di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, realizzata in collaborazione con Swg.
Con l’estate, dunque, sono arrivati i primi segnali di risveglio per le attività culturali dal vivo: a settembre il 15% degli italiani ha acquistato biglietti per cinema, mostre e musei (era il 4% a giugno), il 7% per concerti e spettacoli all’aperto (contro il 2% di giugno), il 6% per teatro (rispetto al 3% a giugno). Rispetto ad un anno fa, cresce soprattutto la voglia di grande schermo, di festival e concerti, mentre tra le varie misure anticovid il green pass è quella che incide maggiormente sulla predisposizione a visitare i luoghi della cultura (per oltre il 30%).
L’indagine mostra, fra l’altro, la stabilità della fruizione dei contenuti televisivi, che però vanno sempre più nella direzione delle piattaforme in streaming, soprattutto tra i più giovani: nella classe d’età 18-24 anni su 100 minuti di contenuti televisivi, 45 sono seguiti in piattaforme in streaming a pagamento e 26 su digitale terrestre.
Altra constatazione: c’è un ritorno alla lettura di libri e giornali in cartaceo (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre contro il 25% e il 12% di giugno), un trend che si conferma anche per i prossimi mesi.
In prospettiva, inoltre, prevale la tendenza ad assistere dal vivo a spettacoli teatrali, concerti e opera (per circa il 40%) rispetto alla fruizione in digitale, anche se la possibilità di seguire a distanza eventi culturali è tenuta in considerazione. Per circa un terzo di italiani, infatti, la mancanza dell’esperienza dal vivo è stata la maggiore rinuncia del non poter accedere alle attività culturali live.
Per tre intervistati su cinque, la pandemia ha prodotto dei cambiamenti nel proprio modo di vivere la cultura, principalmente in termini di maggiore fruizione domestica rispetto al passato (per il 39%), di riduzione della spesa (per il 38%), di maggiore fruizione digitale (34%).
Per circa il 40%, l’estensione del bonus cultura e detrazione fiscale delle spese in cultura sono ritenute le misure più efficaci per la ripresa dei consumi culturali.
“Consumi culturali – sostiene Impresa Cultura Italia-Confcommercio – che stimolano l’economia e creano ricchezza nel territorio: ogni euro speso nella gestione di un evento culturale genera effetti economici positivi per oltre due euro e mezzo”.
Si è svolto, martedì 9 novembre 2021, alla presenza di tutti i nostri Gestori Corporate e PMI, il webinar organizzato da Octagona, società di consulenza che da 20 anni affianca le aziende che vogliono realizzare progetti nel mondo.
Decidere di allargare i propri confini è una scelta strategica che richiede un processo strutturato e che va affrontato con adeguati strumenti. Banca del Piemonte ha scelto di stare accanto ai sui Clienti fornendo la consulenza specializzata di Octagona.
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