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Mettere d’accordo soldi e desideri

Mettere d’accordo soldi e desideri

Stanno cambiando tante cose vero? Ma quante di queste ci riguardano? E quanto sentiamo il bisogno di un nuovo libretto di istruzioni che ci aiuti a cavalcare le sfide di un tempo di vita sempre più veloce e concitato? Oggi Banca del Piemonte inizia un viaggio che parla di te, della tua famiglia, dei tuoi desideri, dei tuoi rischi e del tuo futuro. Partiamo!

Vecchi mondi o nuovi mondi?

Se un tempo si iniziava a lavorare a diciotto anni, si andava in pensione prima dei 60 e si passavano non troppi anni in un luogo chiamato pensione, oggi le cose sono proprio diverse: si esce di casa intorno ai 30 anni, a 55-60 anni si rischia di essere lavorativamente obsoleti, si va in pensione poco prima dei 70 anni e si possono traguardare i 100 anni di vita.

“si esce di casa intorno ai 30 anni, a 55-60 anni si rischia di essere lavorativamente obsoleti, si va in pensione poco prima dei 70 anni e si possono traguardare i 100 anni di vita”

Come si affronta una vita così nuova e popolata da eventi spesso inattesi? Riattivando l’immaginazione, sviluppando progettualità, trasformando i progetti in azioni concrete. Quando? Oggi.

Si nasce tanto, si nasce poco, si nasce il giusto?

Oggi in Italia per mantenere la popolazione in equilibrio (al netto delle migrazioni) ci vogliono 2,1 bambini per ogni famiglia. Quanti se ne contano realmente? Più o meno la metà: ci fermiamo a 1,2 figli. I motivi sono molti, economici, sociali, personali e poi non tutti desiderano diventare padri e madri. La bassa natalità, tuttavia, non deriva sempre dalla mancanza di desiderio di metter su una famiglia, ma dalle non poche difficoltà che ne derivano. Riuscire a gestire il lavoro, i figli e le incombenze quotidiane è diventata una corsa ad ostacoli, specie se viene a mancare il supporto della “Nonni Spa”. Accompagnare un bambino dalla nascita sino alla maggiore età costa in media 9,7 anni di reddito di un genitore. Un Paese con pochi bambini degiovanisce, con tutte le conseguenze che questo può portare in termini di solitudini, mancata innovazione, ridotti supporti di welfare. Che fare? L’economia dei figli è un progetto, che va preparato per tempo e non consente improvvisazioni.

Nuove famiglie, nuovi bisogni?

La famiglia italiana del ‘900 era semplice: c’era un papà, una mamma, dei bambini. Oggi questo tipo di famiglia rappresenta solo un terzo dei nuclei di convivenza italiani. E il resto? Il nucleo più diffuso è quello unipersonale (single), seguito dalle coppie con figli e da coppie senza figli. Poiché tuttavia le regole dell’assistenza pubblica si indirizzano primariamente alla famiglia tradizionale formalizzata, questa evoluzione riduce i diritti di assistenza per molti.

Ne deriva la necessità di conoscere le proprie situazioni, per capire di quali supporti si può disporre.

Ragazzi per sempre?

2,1 milioni di neet: ragazzi che non studiano più e non lavorano ancora. L’uscita di casa avviene a 30 anni, l’autonomia economica a 32 anni per le donne e 35 per gli uomini… che cosa sta accadendo? L’Italia è leader nella poco edificante classifica dei ragazzi “parcheggiati” e questo genera fatiche, psicologiche ed economiche, anche ai genitori. Per evitare questo limbo, si ricorre al cosiddetto “credenzialismo”, saturando di titoli di studio ed esperienze lavorative il curriculum dei propri figli. Ogni generazione è diversa dalle precedenti e così assistiamo a traiettorie nuove: great resignation, quiet quitting, diritto alla disconnessione… termini che fotografano una realtà in continua evoluzione.

“L’uscita di casa avviene a 30 anni, l’autonomia economica a 32 anni per le donne e 35 per gli uomini… che cosa sta accadendo?”

I ragazzi non sono solo il futuro del paese, ma il presente: vanno capiti e accompagnati, anche economicamente, perché possano debuttare quanto prima e con successo nello spettacolo della vita.

Donne

Soffitto di cristallo, pavimento di pece, scala mobile di vetro… quanti neologismi sono stati inventati per descrivere un tema così evidente come l’attuale diseguaglianza di genere?  Il World Economic Forum denuncia che ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità di genere ed è un numero che non va neppure commentato. Recenti studi mostrano che nascere donna in Italia può significare 232.000 euro di reddito e 98.000 euro di pensione in meno. E’ come se nella gara dei 100 metri le donne partissero con uno svantaggio di decine di metri.

L’autonomia economica e la stabilità femminile sono due temi che non possono mancare nella messa in ordine dell’economia familiare. Ogni donna deve essere in grado di sostenersi e prosperare a prescindere dalla presenza di un partner.

L’esperienza vale? Sì, ma anche no.

In Italia lavora solo il 57% dei 55 – 64enni (fonte Eurostat 2024, su dati 2023). Certo c’è chi è già in pensione, ma alcuni hanno perso il lavoro e faticano a rientrare in un mondo professionale che non dà il giusto valore all’esperienza. Cosa può significare essere troppo “vecchi” per lavorare e troppo “giovani” per andare in pensione? Cosa significa mettere d’accordo le responsabilità economico familiari, con possibili cali reddituali? Ogni persona che lavora deve costruirsi una riserva (“obsolescenza”) che mitighi eventuali periodi di transizione fra la fine del lavoro e l’inizio della pensione.

Spegnere 101 candeline

22.000 ultracentenari, più di 33.000 ultranovantanovenni… la città dei longevi diventerà presto una metropoli. Istat stima che nel 2041 avremo 1,4 milioni di persone sopra i novant’anni. La longevità è una conquista della contemporaneità, ma va preparata per tempo evitando di incorrere nel rischio di vivere più a lungo dei propri soldi. Inoltre, non basta vivere a lungo se non si vive bene e questo ha ricadute sanitarie, ma anche economiche e familiari. Sapremo cavarcela in autonomia? E avremo previdenze ed assistenze sufficienti? Il tema è collettivo, ma riguarda la vita di ciascuno di noi.

La pensione dura così a lungo che deve essere un progetto ben pensato e gestito per tempo. Non è mai troppo presto o troppo tardi per ragionarci, ma dobbiamo prendere oggi le misure di un problema di domani.

Conclusione

In un corso di vita nuovo e colmo di sfide inattese, ciascuno di noi è chiamato a prendere parte al gioco e ad essere protagonista del proprio benessere, presente e futuro. Un buon modo per farlo è assumere consapevolezza sui bisogni economici di ogni fase di vita, proteggere il presente e pianificare con cura e determinazione il futuro.

Banca del Piemonte a fianco del Basket Torino per la stagione 2024 -2025

Banca del Piemonte a fianco del Basket Torino per la stagione 2024 -2025

La nostra Banca rinnova il suo impegno a fianco della Reale Mutua Basket Torino, squadra di basket di serie A2, guidata da David Avino. Si consolida quindi l’unione e la sinergia tra le due società da tempo impegnate insieme, non solo a sostenere la squadra e promuovere lo sport, ma anche il territorio.

Una squadra che rischia e che non cede mai. Una squadra che crede che la palla possa entrare, perché non tirando mai a canestro la possibilità di sbagliare non esiste, rischiando e provandoci invece si può commettere un errore, ma si può anche segnare.

Perché è così che funziona, bisogna continuare a crederci, sempre.

Banca del Piemonte è orgogliosa di stare al fianco di questi 11 incredibili giocatori e di tutto lo staff.

Vieni a tifare con noi!

Scopri il calendario delle partite

Banca del Piemonte al Salone Auto Torino accanto ad ASI – Automotoclub Storico Italiano

Banca del Piemonte al Salone Auto Torino accanto ad ASI – Automotoclub Storico Italiano

Torino, da sempre patria dell’auto, ospita il 13, il 14 ed il 15 settembre il Salone Auto Torino una passeggiata all’aperto nelle vie centrali della città, a ingresso totalmente libero e gratuito per il pubblico, che da piazza Carlo Felice porterà i visitatori in piazza Castello, in piazzetta Reale e ai Giardini Reali, tra i modelli che raccontano l’evoluzione della tecnologia automotive.

Banca del Piemonte, come banca del territorio la cui sede vive proprio nel capoluogo piemontese, sarà accanto ad ASI Automotoclub Storico Italiano, l’ente nazionale di riferimento per il settore del motorismo storico con sede a Torino, durante i tre giorni dedicati al Salone Auto Torino con un prestigioso stand in Piazzetta Reale. Lo stand sarà aperto al pubblico dalle ore 17 alle ore 20.

Un connubio naturale quello con ASI che ci vedrà parte integrante di questa manifestazione unica nel suo genere, una kermesse statica e dinamica con un format innovativo che prevede esposizioni ed esibizioni nel centro della città.

Le attività previste sono tante così come le auto ed i prototipi presenti, ASI esporrà importantissime vetture che raccontano al grande pubblico la storia del car design firmato dalla celebre Carrozzeria Bertone con il contributo dei più geniali e prolifici stilisti di tutti i tempi.

L’icona è senza dubbio la Lamborghini Miura S del 1967, simbolo indiscusso delle supercar Made in Italy, che unisce anima e cuore della Motor Valley all’estro e all’eleganza dei vestiti su misura realizzati nei centri stile torinesi.

Ci piace promuovere un progetto che racconta la storia dell’auto, un’invenzione che ha cambiato completamente le abitudini di tutti noi, non solo perché ci ha semplificato la vita, ma anche perché capace di farci sognare ed emozionare.

Banca del Piemonte e ASI insieme per Torino, dove innovazione e passione si fondono per raccontare un viaggio straordinario nel mondo delle auto.

 

 

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.

 

Fondazione Venesio EF, inaugurato il campo sportivo ristrutturato

Fondazione Venesio EF, inaugurato il campo sportivo ristrutturato

La Fondazione Venesio Ente Filantropico restituisce ai giovani il nuovo campo da calcio a 5 dell’Oratorio della Parrocchia Sant’Antonio Abate a Torino, in via Quincinetto.

Il campo – riqualificato nell’ambito dell’iniziativa della Fondazione ‘Scendiamo in campo!” – è stato inaugurato giovedì 5 settembre e consegnato ai ragazzi e alle famiglie del quartiere.

“Una bella occasione per questo vivace Oratorio che offre molteplici attività rivolte a bambini e ragazzi della Circoscrizione 5 e non solo rendendolo un luogo di accoglienza e socializzazione, di crescita educativa e confronto per tutti i giovani della zona” sottolinea Wilma Borello, presidente della Fondazione.

Al taglio del nastro, accanto a Wilma Borello, presidente della Fondazione Venesio e a Camillo Venesio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte nonché fondatore e vicepresidente della Fondazione che porta il suo nome, l’arcivescovo di Torino Roberto Repole, gli assessori regionali Maurizio Marrone, Andrea Tronzano e Federico Riboldi, l’assessore comunale Jacopo Rosatelli, il presidente della Juventus Gianluca Ferrero e il direttore del Torino Alberto Barile.

“Da grande appassionato di questo sport e tifoso, non posso sentirmi più orgoglioso: questo progetto restituisce ai giovani un campo da calcio nuovo e, per me, non esiste altro posto del mondo in cui sentirsi più felici” le parole di Camillo Venesio.

Tanti i ragazzi e adulti presenti all’inaugurazione che hanno gioito e festeggiato insieme ad alcuni giocatori del Torino FC e della Juventus FC intervenuti all’evento.

Leggere Shakespeare: ecco, il segreto per essere un buon banchiere

Leggere Shakespeare: ecco, il segreto per essere un buon banchiere

Agosto, periodo di vacanze. È l’occasione per usare bene il tempo e la libertà dagli impegni per fare buone letture: ma quali?

A rispondere è Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale, in occasione dell’intervista rilasciata venerdì 23 agosto su “La Repubblica – Torino”.

 

«Il mese di agosto – dice il nostro Amministratore Delegato – per noi che lavoriamo nella finanza, e quindi in un universo molto sensibile alle turbolenze geopolitiche, non è stato quasi mai di assoluto riposo».

Eppure, ripensando alle sue letture estive, aggiunge: «Sono un appassionato di Shakespeare, che leggo e rileggo da anni, e se penso a un libro che ha segnato la mia estate e che da allora continua a darmi la misura del mio scrittore di culto, questo libro è una biografia del Grande Bardo scritta dallo storico inglese Max Meredith Reese: “Shakespeare. Il suo mondo e la sua opera”».

 

Un tomo di seicento pagine, che tratta di uno dei grandi maestri dell’umanità: ma allora, perché leggere Shakespeare per essere un buon banchiere?

Ce lo svela Camillo Venesio: «Nella mia vita professionale leggere Shakespeare mi è servito molto di più di tanti corsi che ho fatto per capire le dinamiche relazionali del potere, per conoscere le caratteristiche dell’animo umano, sia nella crudeltà sia nell’amore, sofferenza e gioia, carità, avidità e generosità. Faccio solo una citazione: per me leggere Shakespeare significa stare come chi, seduto su un promontorio, intravede da lontano la riva».

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