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Il gelato piace sempre di più e mette d’accordo tutte le generazioni.

Il gelato piace sempre di più e mette d’accordo tutte le generazioni.

L’Italia è il secondo maggior produttore di gelato tra gli Stati membri dell’Unione Europea.

Il gelato, un prodotto che conquista sempre di più, ovunque mettendo d’accordo tutte le generazioni. Che sia industriale o artigianale, si consuma oramai in tutte le stagioni. Ovviamente la stagione in cui vi è un maggior consumo è l’estate: la produzione aumenta e lo troviamo in mille gusti, dalle creme alla frutta. Una gamma che si amplia e si rinnova continuamente, soddisfacendo proprio tutti.

 

Il gelato è uno di quegli alimenti che identifica il nostro “Made in Italy”, anche se, negli ultimi due anni, il primato della produzione spetta alla Germania. Gli italiani restano comunque maestri e artisti del gelato.

Per quantità, ma non per qualità, l’Italia è il secondo maggiore produttore di gelato tra gli Stati membri dell’Unione Europea: nel 2019, ne ha prodotti 554 milioni di litri (il 18% del totale Ue), meno unicamente della Germania, arrivata a 635 milioni di litri, pari al 21% della produzione di tutta l’Unione.

 

Del crescente successo del gelato è appena arrivata una conferma anche da Eurostat, l’istituto europeo di statistica, il quale ha reso noto che, l’anno scorso, nella Ue sono stati prodotti oltre tre miliardi di litri di gelato, con un aumento del 6% rispetto al 2018, e gli Stati membri ne hanno esportati, nello stesso periodo, 222mila tonnellate in Paesi extra Ue, per un valore complessivo di 723 milioni di euro. Sempre nel 2019, invece, le importazioni di gelato da Paesi extra Ue sono state pari a 82mila tonnellate, per un valore complessivo di 180 milioni di euro.

 

La Francia, però, è il maggior esportatore di gelato nei Paesi al di fuori dell’Ue. L’anno scorso, ne ha venduti per 55mila tonnellate, pari al 25% delle esportazioni di gelato extra-Ue, precedendo così anche i Paesi Bassi, la Germania l’Italia e la Spagna.

 

La principale destinazione delle esportazioni è il Regno Unito, seguono la Svizzera e la Cina.
Le importazioni di gelato da Paesi extra Ue sono arrivate principalmente dal Regno Unito, dalla Serbia e dalla Svizzera.

 

In Italia, negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom di gelaterie artigianali e di agrigelaterie, che propongono gusti ricercati prodotti con le materie prime a km 0, garantendo così le materie prime fino alla coppetta.

 

Secondo un sondaggio Fipe, 9 italiani su 10 prediligono il gelato artigianale grazie alle sue caratteristiche organolettiche del prodotto, in primis il gusto e la bontà delle materie prime e la sensazione di refrigerio.

 

Il Piemonte può vantare diverse imprese produttrici di gelati di successo non soltanto in regione, ma conosciute e apprezzate anche all’estero.

Monopattini elettrici: gli e-scooter alla conquista del mercato.

Monopattini elettrici: gli e-scooter alla conquista del mercato.

Il coronavirus ha accelerato la diffusione del mezzo, ma non tutte le città sostengono questa forma di mobilità alternativa.

Monopattini elettrici: bonus per l’acquisto, nuove corsie dedicate, offerta crescente, indubbia praticità, piacevolezza d’uso, cult mobility, grande libertà di movimento, alternativa alla city-car.

Sono diversi i fattori che stanno facendo esplodere il fenomeno dei monopattini elettrici, in ogni grande città ed anche a Torino.
Ad accelerarne la diffusione, fra l’altro, è stato il coronavirus, infatti le linee guida per fronteggiarlo sconsigliano l’utilizzo di mezzi pubblici per evitare il contagio, favorendo così forme alternative di mobilità urbana, come quella dei monopattini elettrici, scelti soprattutto dai giovani.
Sta di fatto che quello dei monopattini elettrici, chiamati anche e-scooter, sta diventando un mercato sempre più rilevante, tanto che il Boston Consulting Group (BCG), multinazionale della consulenza strategica, ha previsto una potenzialità di 25-30 miliardi di dollari, a livello globale e una forte crescita degli investimenti dedicati.
Lo stesso Boston Consulting Group (Bcg), comunque, pur riconoscendo che quello dei monopattini elettrici è “uno dei fenomeni di consumo con la crescita più rapida a livello mondiale”, si è premurato di aggiungere che ne è “anche uno dei più controversi”. Infatti, ci sono città che hanno deciso di limitare il loro utilizzo, in funzione soprattutto della convivenza con gli altri mezzi di trasporto e con i pedoni. Altre, al contrario, hanno scelto di puntare su questa forma di mobilità alternativa, influenzando anche gli investimenti e lo sviluppo tecnico dei monopattini elettrici. In effetti, i modelli di seconda generazione sono più robusti e con un ciclo di vita più lungo rispetto ai precedenti; inoltre, sono dotati di nuovi elementi intelligenti, come i sensori anti-vandalismo.

“Il prossimo livello di innovazione – prevede BCG– riguarderà le batterie, che saranno sostituibili in stazioni di ricarica poste in vari punti della città, dove gli utenti potranno cambiarle in cambio di credito di viaggio, analogamente a quanto già avviene per il rifornimento delle auto nelle app di car-sharing”.
Trattando della diffusione degli e-scooter, il report della multinazionale della consulenza strategica distingue quattro elementi chiave: densità della popolazione, apertura all’uso delle bici, clima, numero dei giovani.
In base a questi 4 punti, sono state individuate 750 città negli Usa e in Europa adatte a questo tipo di micromobilità.
Nel Vecchio Continente spiccano Copenaghen e Berlino che, secondo Boston Consulting Group sono “più portate alla maggiore crescita del mercato dei monopattini elettrici grazie alla loro cultura e alla presenza di spazi destinati alle bici già da molto tempo”.
In molte altre città la penetrazione degli e-scooter dipenderà dai progressi che le amministrazioni riusciranno a fare sulla pianificazione e soprattutto sulla sicurezza, dato che ad oggi l’80% degli incidenti riguarda casi in cui le auto o i camion investono proprio utilizzatori di monopattini e biciclette.

Lo studio suggerisce dunque di creare regole adeguate e investire sulle infrastrutture, comprese piste ciclabili e parcheggi designati. Nonostante tutte le difficoltà, BCG non ha dubbi: “gli e-scooter sono qui per rimanere e, insieme alle altre forme di micromobilità, saranno i protagonisti della mobilità urbana del futuro”.

OPEN BANKING ALLIANCE

OPEN BANKING ALLIANCE

Banca del Piemonte e Banca di Asti prendono parte all’operazione Open Banking Alliance lanciata a giugno da Banco Desio e Credimi, azienda fintech leader europeo del finanziamento digitale alle imprese, al fine di liberare ulteriori 30 milioni di euro per la ripresa delle PMI italiane, che vanno ad affiancarsi ai 50 milioni stanziati da Banco Desio.

 

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Agriturismo: la vacanza ideale ai tempi del coronavirus.

Agriturismo: la vacanza ideale ai tempi del coronavirus.

Distanziamento garantito, spazi aperti, sport e natura.

“Le nostre strutture hanno tutte le carte in regola per offrire soggiorni indimenticabili, in luoghi incontaminati, lontani dalla folla, dove le distanze sono naturali, il cibo è buono e genuino. Senza rinunciare al comfort e alla vita moderna, si potranno così riscoprire sapori e saperi della cultura rurale italiana”.
Così il presidente di Agriturist, Augusto Congionti, evidenzia i pregi e le potenzialità degli agriturismi italiani. Sono 24.000 le strutture che permettono di godere di spazi aperti e di un rapporto autentico con la natura e la campagna, e di conoscere e apprezzare la cultura enogastronomica locale, oltre che di praticare sport, fare piscina o, semplicemente, rilassarsi.

 

Il distanziamento è garantito; ma anche l’agriturismo sta patendo le conseguenze del Covid-19. Soprattutto per l’assenza degli stranieri, l’effetto della crisi è evidente: dalla montagna alla collina, dal mare ai laghi, niente americani e orientali, pochissimi dal Regno Unito, tutti timorosi di dover effettuare la quarantena al loro ritorno. Infatti gli agriturismi stanno soffrendo gli effetti del Covid-19, proprio per l’alta riduzione degli ospiti stranieri che, nel 2019, hanno rappresentato il 58% dei pernottamenti contro il 50% degli alberghi.
La ripresa del turismo, si annuncia lenta e possibili ulteriori peggioramenti potrebbero intervenire nel periodo autunnale, qualora si verificasse la temuta “seconda ondata” di contagi. Se tale ipotesi si realizzasse, i pernottamenti 2020 negli agriturismi risulterebbero inferiori di oltre il 70% rispetto all’anno scorso. Lo ha previsto il Centro studi di Confagricoltura, che stima una conseguente riduzione del fatturato di settore di poco inferiore a 1,5 miliardi di euro.
A fine 2020, pertanto, il fatturato dell’agriturismo (servizi di alloggio e ristorazione), dovrebbe attestarsi poco sotto i 600 milioni di euro, corrispondenti a meno di un terzo del fatturato del 2019, quando questo comparto ha segnato, rispetto all’anno precedente, incrementi di arrivi (+9,6%) e pernottamenti (+4,7%), nettamente superiori a quelli della generalità del turismo (rispettivamente +2,6% e +1,8%) e degli alberghi (rispettivamente +1,1% e +0,5%).

 

La pandemia, infatti, con il conseguente lockdown, ha interrotto la tendenza favorevole dell’agriturismo; ma il crescente piacere di vivere la vacanza all’aria aperta, a stretto contatto con la natura, in semplicità e genuinità, insieme a condizioni di accoglienza oggettivamente favorevoli alla prevenzione dal contagio da Coronavirus, pone il settore in condizioni più favorevoli per un più rapido ritorno alla condizione espansiva precedente il 2020.

 

Prevedibilmente, se la pandemia non tornasse a manifestarsi con notevole intensità, l’agriturismo potrà segnare un consistente recupero nel 2021 e riprendere pienamente lo sviluppo nel 2022.
In tutta l’Italia, nel 2018 gli agriturismi, dotati di 262.659 posti letto, hanno contato 13.427.707 presenze, delle quali 424.397 in Piemonte (10.393 posti letto) e 37.487 in Valle d’Aosta (578 i posti letto).

 

In Piemonte, secondo l’indagine di Agriturist, la situazione è a macchia di leopardo.
Nella nostra regione, infatti, ci sono strutture che hanno preferito rimanere chiuse almeno fino a settembre, altre hanno aperto alla clientela storica, che ben conosce e apprezza i valori degli agriturismi della regione.

 

La ripresa è lenta, ma il settore non si arrende e i suoi gestori sono convinti che si possa ancora una volta ripartire, proprio dall’agricoltura.

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